Reggio Calabria, aperto il cantiere di “ReActionCity Women”

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Il cantiere di “ReActionCity Women” ha preso il via nella sua seconda fase con l’arrivo dei detenuti della casa circondariale di Arghillà. Essi interverranno come operai per la ristrutturazione del bene sequestrato al civico 53 di via Possidonea che diventerà il laboratorio sartoriale delle donne della coop Sole Insieme.

Per questa impresa collettiva si  respira grande entusiasmo sia dentro che davanti il locale che ospiterà questa coraggiosa iniziativa al femminile e che vede protagonisti tanti soggetti socio-istituzionali, la consigliera di parità della Provincia Daniela De Blasio e la professoressa Consuelo Nava, che coordinano l’intero progetto, i giovani di Pensando Meridiano, che cureranno l’iniziativa “Cantiere evento & Recycle, il Tribunale, che ha reso disponibile il bene sequestrato, la Provincia, il Comune, l’Agape,  Confcommercio e Confindustria, quest’ultima dando un supporto in termini di logistica, materiali, attrezzature, e la Casa circondariale con la direttrice Longo ed il Tribunale di sorveglianza che hanno concesso ai detenuti di essere presenti in un percorso di riscatto ed inclusione sociale.

C’era tanta attesa e finalmente ad aprire i primi sacchi di cemento e le pile di mattoni per iniziare a costruiresono stati proprio i detenuti. Il cantiere sarà coordinato dall’ufficio tecnico della provincia nella persona del geometra Santambrogio e i giovani di Pensando Meridiano ne seguiranno i lavori per interromperli con vere e proprie visite-evento in cui il cantiere si aprirà con messaggi collettivi alla cittadinanza e per cui attiveranno un laboratorio con social makers ed urban makers.

Presente al cantiere la consigliera De Blasio, che ha sottolineato: «Ci sono aspetti molteplici in questo progetto unico in Italia che racchiude elementi come legalità e lavoro. Quello più importante è il contributo nel dare un futuro a donne in difficoltà che altrimenti sarebbero tagliate fuori da mercato del lavoro. Ma lo è anche il resto, come il fare rete o il coinvolgere i detenuti. Abbiamo presentato “ReActionCity Women” in Europa per un riconoscimento di buona prassi, una certificazione che possa permettere repliche. Stiamo dimostrando che con poco e con buona volontà delle istituzioni si può fare tantissimo. Oggi lo stiamo facendo con le donne in difficoltà, domani con altre fasce deboli». «La tanto attesa apertura del cantiere è arrivata. Mentre si lavora tra cemento e mattoni, noi stiamo continuando la formazione che ci servirà per il nostro laboratorio sartoriale e non vediamo l’ora di iniziare. Siamo contente di far parte di questa sperimentazione dalla grande valenza sociale» e «le donne in difficoltà sono risorse. Sono persone che hanno voglia di spendersi e di valorizzare propri talenti e che chiedono autonomia e non assistenzialismo» hanno rispettivamente detto la presidente di “Sole Insieme” Giusy Nuri e il presidente dell’Agape Mario Nasone.

Per la direttrice della Casa circondariale Maria Carmela Longo «attraverso il loro lavoro gratuito, i detenuti cercano di riparare il danno creato dal loro reato e di risarcire la società, così come di recuperare e riscattarsi socialmente. Loro lavorano già in carcere, in questo caso il valore è maggiore viste le finalità sociali del progetto. Il lavoro è fondamentale nella rieducazione perché non c’è dignità senza lavoro», mentre per il presidente di Confindustria Andrea Cuzzocrea «c’è soddisfazione per il nostro ruolo in questa azione dall’altissima valenza sociale e per la sinergia che stiamo avendo con altri soggetti». «Sin dall’inizio abbiamo creduto fortemente nel progetto, tanto da averlo sostenuto anche finanziariamente. Speriamo di poterlo applicare analogamente per altre realtà» sono le parole del presidente della Provincia Giuseppe Raffa, a cui si sono aggiunte quelle dell’assessore Marino: «Esprimo soddisfazione a nome dell’amministrazione per l’avvio dei lavori. L’esperienza sperimentale di inclusione sociale, che registra tra l’altro il coinvolgimento dei giovani motivati e qualificati di “Pensando Meridiano”, è pienamente sostenuta dall’assessorato, che apprezza il virtuoso protagonismo di attori sociali, quali i detenuti e le donne, la sinergia con il Terzo settore ed il partenariato istituzionale».

A chiudere sul cantiere è stata l’ideatrice di “ReActionCity, cioè la professoressa Nava: «Credo che oggi, la nostra impresa collettiva acquisti un significato ancora più di valore. Un triplice riscatto, per le donne in difficoltà, per l’impegno dei detenuti e per l’azione su un bene sequestrato. La città vive il senso della “giustizia sociale” in pieno, ma “reagendo”. Se a questo ci aggiungiamo l’impegno di istituzioni, associazioni e giovani, mi pare che “ReActionCity” continui a fare “umanesimo” ed “urbanesimo” per una città veramente differente e collettiva. Apriremo il cantiere evento alla cittadinanza e poi ci potremo dire pienamente felici quando la coop “Sole Insieme” confezionerà il primo lavoro di sartoria».

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Author: Francesco

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