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“Siamo ad una svolta decisiva – sostiene Antonio Eroi, Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria – e mi devo ricredere sull’idea di aderire al comitato del NO sul Referendum Costituzionale. Potrò anche deludere tantissimi elettori e molti militanti del centrodestra, ma una serie di valutazioni mi spingono a costituire un comitato per il SI a Reggio Calabria. Io che ho combattuto per una democrazia dal basso ed ho visto eleminate le circoscrizioni di decentramento comunale e le Province; io che da rappresentante degli Enti Locali a Strasburgo ho proposto e votato un ricorso contro l’Italia per aver violato la Carta Europea delle Autonomie Locali; io che ho appoggiato in sede UPI un ricorso di costituzionalità contro il Governo Monti, vinto alla grande davanti alla Corte Costituzionale; mi sono reso conto che davvero bisogna dare una svolta.
Farò votare SI, se finalmente quegli “sporcaccioni” dei consiglieri regionali percepiranno una indennità pari a quella del sindaco del comune capoluogo del proprio collegio elettorale. Perché non ritengo giusto che un rappresentante così importante come il primo cittadino eletto dal popolo, carico di incombenze, funzioni e responsabilità, percepisca un emolumento da lavoratore socialmente utile e un consigliere regionale, talvolta eletto con qualche misero voto, che lavora per un ventesimo, percepisca 5 volte tanto. Voterò SI, se questo parlamento di nominati eliminerà i vitalizi a quei politici, deputati, senatori e consiglieri regionali, che ci hanno ridotto in queste condizioni.
Voterò SI, se davvero il Senato della Repubblica servirà finalmente a qualcosa e non sarà un ufficio di collocamento di barbieri, addetti, uscieri e commessi che percepiscono stipendi mensili pari a due anni di pensioni minime.
Ha ragione il giovane sindaco Falcomatà a scrivere un documento assieme ad altri sindaci per chiedere tutela del ruolo e dei territori. E’ proprio vero che i sindaci e i consiglieri comunali sono disperati, stanchi e delusi da tutti e da tutto: dalla criminalità che intimorisce, assale, prevarica; dalla giustizia che molte volte fa di tutta l’erba un fascio in maniera inconsapevole; dagli organi di stampa che pensano a fare scoop in negativo, senza evidenziare quanto di buono si produce.
Al termine di venticinque lunghi anni di politica “amministrativa” ovvero politica dei poveri, al servizio della gente, mi sento di gridare la mia rabbia verso chi ancora ci prende in giro. In particolar modo dai senatori e dai deputati che hanno votato una “Legge Costituzionale”, che non hanno mai voluto e, come Ponzio Pilato, fingono di rivolgersi al popolo che non li ha mai eletti, in quanto nominati col “Porcellum” incostituzionale. Forse il male minore è davvero il Premier Matteo Renzi, che è stato Presidente di Provincia e Sindaco di Firenze e, quantomeno, non ha lo stipendio di parlamentare. Non sarà il massimo, ma almeno ci prova. Noi di centrodestra avevamo proposto le stesse cose che oggi gli contestiamo, Forza Italia ha ribadito di non aver operato perché non aveva i numeri e l’accordo con gli altri partiti. Forse la paura di perdere la poltrona e il vitalizio di alcuni deputati è stata più forte del coraggio di cambiare in bene il nostro amato Paese. Visto dunque che non serve un quorum per il referendum costituzionale, alla fine, facendo mille passi indietro, mi sto convincendo che sarà meglio un SI a malincuore che un NO per salvare i posti e le prebende a consiglieri regionali e parlamentari che è davvero ora facciano ritorno al proprio lavoro (per chi ne ha mai avuto uno)”.
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