Reggio Calabria, Antonio Calabrò e Pasqualino Placanica sulla nota di Daniele Romeo

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La nota del neo-coordinatore del PDL Daniele Romeo sull’intervento del leader dell’opposizione Massimo Canale in Consiglio Comunale in merito alla “presunta” Città Metropolitana, oltre a confermarlo re incontrastato delle frasi fatte e degli stereotipi bugiardi, rivela anche la sua debolezza politica di fondo e svela agli occhi dei reggini il metodo, sistematico, grezzo e volutamente superficiale, col quale in città si cerca di mettere a tacere le opposizioni e chiunque non sia in linea con le scelte scriteriate delle amministrazioni ultime.

Questo gentleman di periferia, novello bastonatore alla rinfusa, gioca il suo contropiede più scorretto basandosi sempre su quelle che invece sono critiche plausibili e doverose all’operato di una classe politica che ha portato la città in bilico sull’orlo della catastrofe.

Catastrofe civile, catastrofe economica, catastrofe ambientale, catastrofe politica. La sua parte politica ci fa vergognare di essere reggini, e lui che fa ? Come un toro alla corrida, scalpita e carica a testa bassa, usando in modo improprio la sua vocazione alla polemica, sterilizzandola di contenuti e trasformandola in una semplice, unica, compatta, volgare e ingiusta ingiuria verso gli avversari.

Come quei ragazzini litigiosi e urlanti che affollano le curve degli ultras, per i quali non esiste ragionamento e dialogo e anzi l’unico dialogo che conoscono è quello dello scontro. Come gli inquisitori esaltati che cercavano le streghe e che in ogni cosa vedevano la mano del diavolo . Come i tori nella Corrida.

Massimo Canale fa paura, questa è la verità. Svela gli inganni, scopre la magagne, sventola la bandiera delle verità inconfessabili. Non usa metafore accomodanti, non è diplomatico, non cerca il compromesso servile; per questo fa paura. Tanta violenza verbale nei suoi confronti è illuminante: a tanti, tantissimi, vengono i brividi solo a immaginarlo sindaco di questa città. E i motivi sono ovvi e chiari, scritti nelle cronache dei giornali di questi ultimi mesi.

Sono gli stessi motivi che hanno portato il centrodestra a fare uno sforzo immane per recuperare all’ultimo minuto i (poco spontanei) consensi alle ultime elezioni comunali.

Altro che parabola in discesa. Massimo Canale è una roccia affilata, un punteruolo di frassino diretto al cuore dei vampiri, una bomba nucleare innescata. Ogni suo intervento provoca l’ammirazione di tutta quella popolazione reggina che mastica rabbia di fronte alle scelte scellerate del centrodestra.

Il signor Romeo purtroppo (per lui) è esemplare. Un tipico prodotto nostrano di politicante senza politica. Vive all’ombra di nemici e fa dell’offesa gratuita il suo punto di forza. Ma noi, sostenitori di Massimo Canale e di tutta l’opposizione, lo perdoniamo, bonariamente, come un adulto perdona un piccino.

Perché solo gli adulti sono capaci di provare quella emozione, che implica un giudizio su se stessi, sconosciuta a lui e a gran parte dei suoi sodali. Quella prossimità con l’uomo che può essere coniugata solo in modo intransitivo. Quella capacità responsabile di rendersi pienamente conto del proprio operato e di soffrirne, di voler riparare al più presto.

Quel valore della dimensione umana, adulta e consapevole, che si chiama VERGOGNA, e che è sconosciuta al signor Romeo e a quanti approvano le sue farneticanti affermazioni.

Antonio Calabrò e Pasqualino Placanica

cittadini di Reggio Calabria sostenitori di Massimo Canale

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Author: Cristina

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