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La Società Astronomica Italiana, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento dell’istruzione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica e con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), organizza dal 15 al 22 Aprile 2013 la XIV Settimana Nazionale dell’Astronomia.
Il tema della XIV edizione, quest’anno, fa eco agli eventi astronomici che si attendono nel corso del 2013 con particolare riguardo all’arrivo delle Comete.
Le Comete sono oggetti celesti imprevedibili e spettacolari, che rimasero fino al XVII secolo oggetti sospesi fra mondo celeste e terrestre e carichi di significati e presagi: una dimensione da cui fu difficile strapparle, avvolte com’erano, non solo nella cultura popolare ma anche presso intellettuali da un’aura di mistero e suggestione magica.
Da questo contesto si stacca Seneca che nel libro VII delle sue Questioni Naturali inizia affermando che per fare uno studio completo e approfondito sulle comete “sarebbe indispensabile avere un catalogo di tutte le apparizioni di comete del passato”.
Seneca osserva: “Sono solo quindici secoli dacché si è cominciato a indagare il cielo e a dare nomi alle stelle; e solo da poco i Romani hanno conoscenze scientifiche.
Ci vorranno molte generazioni e poi tempo verrà che i posteri si stupiranno che noi non sapevamo cose così manifeste Il mondo ha movimenti irrevocabili e solo alcuni abbiamo imparato a conoscere”.
“Verrà poi qualcuno a dimostrare in quali regioni del cielo corrano le comete, perché errino separatamente dagli altri corpi celesti, quale sia la loro grandezza”. Quel qualcuno sarà Newton.
A partire infatti dalle osservazioni di Tycho Brahe risultò chiaro che di quegli astri era possibile avere una conoscenza reale, a tal punto che il dibattito scientifico nei decenni centrali del Seicento si concentrò in gran parte su di loro, dando vita a un confronto animato e fecondo, ricco di sfaccettature teoriche e tecniche.
Oggi sappiamo che le comete sono corpi ghiacciati orbitante nel Sistema Solare, che evaporano parzialmente quando si avvicinano al Sole, sviluppando una nube diffusa di polveri e gas e, usualmente, una o più code.
È generalmente accettata l’idea che molte comete abbiano origine da una nube sferica che avvolge il Sistema Solare posta ad una distanza di circa 50.000 UA. Questa ‘riserva’ di nuclei cometari è chiamata Nube di Oort. Altre sembrano provenire dalla Fascia di Kuiper, situata oltre l’orbita di Nettuno.
Di questo e molto altro ancora tratterà, in una conferenza a tema: “Le Comete: una dissonanza nella musica celeste”, il Prof. Massimo Mazzoni (Università degli Studi di Firenze) questa sera (16 aprile 2013, ore 21,00) al Planetario provinciale Pythagoras di Reggio C.
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