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Il prof Massimo Capaccioli, ordinario di astrofisica all’università Federico Secondo Di Napoli responsabile scientifico del Vst, (Vlt survey telescope) il più grande telescopio del mondo, nel suo genere,dedicato a “sorvegliare” il cielo, che orgogliosamente viene chiamato l’ Occhio Italiano in Cile, presenterà al planetario il suo ultimo lavoro: Arminio Nobile e la misura del Cielo.
Una storia, edificante, che ci fa che la scienza non è affatto un percorso lineare e trionfale da un’idea di successo all’altra, da una scoperta paradigmatica all’altra, ma è una storia tortuosa e a tratti frustrante, con fughe in avanti e rapidi ritorni indietro, costellata di merito ma anche di fortuna, fatta di uomini in carne e ossa con le loro virtù e i loro vizi. Non è solo una storia di “nani che salgono sulle spalle di giganti”, come amava dire Newton.
Ma anche una storia di giganti; i Galileo, i Newton, i Darwin, gli Einstein che salgono sulle spalle di nani; di semplici studiosi che danno, anche con i loro ripetuti insuccessi, un contributo decisivo a fare della scienza una forma di conoscenza che tende all’universale. Le misure astronomiche, l’aberrazione stellare, la latitudine e longitudine terrestri condotte da uno sfortunato astronomo vissuto a Napoli nell’Ottocento danno, oltre agli aspetti scientifici uno spaccato della Napoli dell’Ottocento.
Della Napoli prima dell’unità d’Italia, quando era ancora capitale di un regno, sia pure di un regno in agonia: ai margini dell’Europa e fuori dalla storia. Lo spaccato, di cui il libro tratta, riguarda una delle dimensioni della città: quella della comunità intellettuale e, soprattutto, quella piccola parte delle comunità scientifica che si occupa di astronomia.
Il prof Massimo Capaccioli e la sua allieva, dott.ssa Silvia Galano, coautrice, restituiscono l’immagine di una comunità intellettuale partenopea che, nella prima parte del XIX secolo è senz’altro viva, ma che, altrettanto, sente di essere ai margini della storia, anche culturale, che conta.
«Acquistare l’amicizia dei Poisson, Arago, Libri, Bernard ed altri per un napoletano, per dirla con le parole di Ernesto Capocci, il dotto direttore dell’Osservatorio di Capo di Monte: “val quanto dire per uno che naturalmente non deve valer nulla, è cosa ardua …”.
Il libro che sarà presentato al planetario rappresenta un prezioso manuale di storia e di sociologia della scienza. Ci fa capire come funziona, davvero, quell’impresa culturale dell’uomo che negli ultimi quattrocento anni ha prodotto più conoscenza nuova di ogni altra: la scienza, appunto.
La serata sarà allietata dalla “Magia delle macchine parlanti” del dott. Giuseppe Nicolò.
La Cittadinanza è invitata a partecipare.
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