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È da tempo aperto nel nostro Paese, e non solo, il confronto sul rapporto tra Scienza e Democrazia.
Il dibattito su questo delicato argomento coinvolge ricercatori, giuristi, teologi, filosofi, storici, economisti. Le domande poste al centro della discussione sono moltissime e tra queste: qual è il rapporto tra vita democratica e scienza? Qual è il rapporto tra etica e scienza?
Come devono essere gestite le risorse per la ricerca scientifica in una democrazia attenta ai bisogni delle persone e alle istanze di giustizia? Come possono i cittadini contribuire democraticamente e costruttivamente alle scelte collettive sulla ricerca? Quali sono i limiti etici della ricerca scientifica in una società democratica? E qual è il rapporto tra scienza e libertà di pensiero? Se la scienza è un bene pubblico, come devono rapportarsi i cittadini e i governi democratici nei confronti di quelle istituzioni e di quei fattori che rendono possibile la ricerca scientifica? Come possono gli scienziati contribuire al bene della comunità e al funzionamento di una società democratica?
La scienza come metodologia di conoscenza della realtà e la democrazia intesa come particolare metodo di organizzare le relazioni sociali non sono affatto naturali. La loro natura, come è stato detto, è innaturale. Sono un prodotto delle capacità manipolative e di articolazione del pensiero complesso, selezionate nel tempo lungo l’evoluzione, e che oggi delineano quei segni antropologici e psicologici di homo sapiens in continuità con quelle infinite forme bellissime di cui Darwin catturò il segreto. Secondo il pensiero di alcuni, scienza e democrazia si sono contaminate vicendevolmente (tolleranza, pari dignità, meritocrazia, competenza etc…) e dunque quando ci scagliamo contro la scienza, inconsapevolmente o meno, uccidiamo anche la democrazia. Questi i punti di riflessioni che il prof. Barni porrà al centro della sua conversazione Martedì 29 alle ore 21.00 al Planetario.
Sono molti i fronti di riflessione aperti dalla critica allo scientismo, partita dall’intervento di Capanna, al rapporto scienza-etica, dalla partecipazione dei cittadini al primato della politica nelle scelte che riguardano scienza e tecnica, alla necessità di incrementare la ricerca scientifica pubblica.
Al centro del confronto c’è la necessità di democratizzare la scienza e promuovere la partecipazione dei cittadini e dei consumatori alle scelte sull’innovazione, soprattutto in quegli ambiti – alimentazione, salute, energie, ecc. – che li riguardano più da vicino.
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