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“Comfort women” – donne di conforto – è un eufemismo che maschera la violenza inflitta a circa 200.000 donne, per la maggior parte coreane, ma anche cinesi, taiwanesi, filippine, indonesiane e tailandesi, dall’esercito giapponese a partire dal 1932, fino al termine della seconda guerra mondiale. Non tanto di conforto si tratta, ma di vera e propria schiavitù sessuale.
Quello delle comfort women è un argomento che non viene citato nei libri di storia e sarebbe caduto ben presto nel dimenticatoio se non fosse che queste donne, ormai delle nonnine, manifestano puntualmente di fronte l’ambasciata giapponese a Seoul ogni mercoledì dal 1992, per pretendere giustizia dal governo giapponese.
Il 14 dicembre si “festeggia” la millesima protesta, che purtroppo sarà anche l’ultima: le nonnine non ce la fanno più fisicamente e psicologicamente a continuare una lotta che sembra non scalfire l’indifferenza giapponese e del resto del mondo.
Il Consiglio coreano per le Comfort Women ha chiesto a tutti coloro che si interessano di diritti umani, di diritti per le donne, di storia, di partecipare ad un evento globale che supporti questa causa, per far conoscere questo crimine contro l’umanità e fare in modo che simili atti non si ripetano mai più.
Anche dalla lontana Reggio Calabria abbiamo voluto raccogliere questo appello: appuntamento al c.s.o.a. Cartella alle ore 18.30 con mostre fotografiche, proiezioni di video, discussioni, per non dimenticare il traffico di donne più grande e tragico dell’umanità.
La serata si chiuderà con il concerto dei “Sindrome di Peter Pan”, la band siciliana guidata dal cantautore Carlo Mercadante, con i suoi testi, che sfruttano ironia, sarcasmo o “semplice” poesia, e i suoni fortemente colorati di Rock, Folk, Blues e Ska.
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