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Ancora tanti misteri. Tabularasa continua il suo “viaggio” e, per il sesto appuntamento, nell’incantevole cornice de “La luna ribelle” insieme a Massimo Razzi (vicedirettore di Repubblica.it) e Armando Spataro (Procuratore della Repubblica aggiunto del Tribunale di Milano), tira fuori segreti, enigmi e casi di un Paese stroncato dal terrorismo. “Tabularasa sta diventando un momento di aggregazione e di coscienza di persone che lottano e vivono insieme – aprono l’incontro gli organizzatori del Contest Raffaele Mortelliti e Giusva Branca – Abbiamo realizzato un vasto e variegato cartellone di appuntamenti per dare a tutti l’opportunità di parlare, confrontarsi, scoprire il nostro passato per costruire il nostro presente”.
Facciamo un passo indietro proprio con il procuratore Spataro che ha pubblicato un’autobiografia professionale, “Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa”. Nucleo centrale è la vicenda dell’extraordinary rendition che ha avuto come vittima l’egiziano Abu Omar e che ha visto agenti della CIA agire con la collaborazione del Sismi. L’opposizione del segreto di Stato da parte dei governi Prodi e Berlusconi è per Spataro l’occasione per riflettere sui rapporti tra politica e magistratura e sulla violazione dei diritti umani con il pretesto della sicurezza.
“L’unico nostro faro è la legge che ci dà la possibilità di vivere in maniera serena e civile – afferma Razzi – I pubblici ministeri Spataro e Pomarici hanno portato avanti un’inchiesta di uno strano rapimento ma si scontreranno con il segreto di Stato. Dei magistrati si trovano di fronte ad una situazione assurda: non possono esercitare un diritto assoluto nel processo. Questo colpisce il senso di legalità e colpisce fortemente il lavoro e la sensibilità di Spataro e di tutti quelli coinvolti in questa vicenda. Le leggi ad personam sulla sicurezza hanno cercato di cambiare la vita portandoci indietro ad un livello di civiltà che avevamo raggiunto. E allora, mi domando: ne valeva la pena e dove siamo finiti?”
“Ne valeva la pena non era una domanda ma è un’affermazione che è al passato ma è rivolta al presente e al futuro – afferma il procuratore Spataro – La scelta di scrivere questo libro è nata da una rabbia profonda che non immaginavo di provare. Negli anni ’90, abbiamo lavorato intensamente ma mai ci era capitato che delle istituzioni ci chiedessero di non fare il processo. Questo caso dimostra che non si accetta che la magistratura si ponga di traverso, tagli la strada a qualcuno, è una storia incompatibile con la democrazia. Incompatibile quello che viene a Milano: viene rapito un personaggio e torturato con le peggiori violenze. La polizia italiana riesce ad individuare gli autori del sequestro che vengono colpiti con un provvedimento di cattura. Un imbarazzo per il Governo Berlusconi che affermò che nessuno poteva pensare di combattere il terrorismo con un codice in mano. Invece, devono farlo” – tuona il procuratore.
Il racconto va avanti e si delinea sempre più un quadro fosco e intriso di domande. “E’ incredibile l’atteggiamento del presidente Prodi che pone il segreto di Stato e poi Berlusconi lo estende ancora di più – continua – I giudici dicono di non poter emettere una sentenza contro i responsabili nonostante ci siano prove esistenti a loro carico. Questa è un’ingiustizia, una disuguaglianza. Sulla questione, il Ministro degli esteri Frattini diceva di comprendere l’atteggiamento degli americani ma essi devono capire che le sentenze dei giudici devono essere accettate anche se non si condividono”.
Il giornalista Razzi incalza con le domande e chiede al Procuratore: “Perché il Governo ha posto il segreto di Stato? Il Governo Prodi e Berlusconi sono sudditi del Governo statunitense? C’è qualcosa di interno che lega governi e servizi segreti italiani che invitano ad apporre il segreto di Stato?”.
“Non conosciamo i documenti che dichiarino l’innocenza di Pollari (ex capo del Sismi) e del suo vice Mancini – spiega il procuratore – Tutte le autorità mondiali approvano delle formali risoluzioni in cui elogiano le indagini della magistratura, condannano i Governi italiani e chiedono di ritirare il segreto di Stato ma i nostri Governi rispondono con il silenzio. Perché Prodi e Berlusconi appongono e oppongono il segreto di Stato? Io non credo che ci sia uno stato di sudditanza con gli Stati Uniti. Il segreto di Stato è compatibile con la democrazia. Il segreto di Stato risponde anche ad esigenze che la democrazia conosce, come la tutela della sicurezza dello Stato. Non è in sé un concetto incompatibile con la democrazia, così come la normativa che lo disciplina è accettabile, il problema vero è quello delle prassi, degli abusi e delle mancanze di controlli sull’applicazione del segreto di Stato”.
Pollari parla di 60 documenti che lui avrebbe potuto utilizzare a sua difesa ma essendoci il segreto di Stato invalida la sua posizione nel processo. Ma “il diritto di difesa prevale su tutto – postilla Spataro – Vedremo se la Cassazione ci darà ragione o meno ma al di là della condanna, i fatti sono stati accertati e il segreto di Stato viene opposto e confermato dopo che gli interrogatori e gli atti sono diventati pubblici. E’ curioso questo segreto tant’è che qualcuno lo considera come un segreto di pulcinella”.
Nell’ultima pagina del libro sono riportati i nomi dei 24 magistrati uccisi ma non “erano aspiranti eroi – dice Spataro – erano semplicemente uomini che facevano il loro lavoro, che credevano nella giustizia, nelle leggi. I magistrati negli anni ‘77, ‘78 ebbero un duplice ruolo: uno investigativo e l’altro pubblico. Proprio in quegli anni nasce l’impegno pubblico dei magistrati, ed è errato confondere l’impegno partitico con l’impegno pubblico e difesa dei valori della Costituzione. Ecco, i magistrati facevano proprio questo: preservavano la nostra Costituzione”.
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