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Oggi, 9 ottobre 2010, Giornata Mondiale contro la pena di morte promossa dalla Coalizione Mondiale contro la Pena Capitale appuntamento in Piazza Camagna ore 16:30.
I dati relativi a questa “regola di giustizia”sono sconcertanti.
[ Detenuti nel braccio della morte (marzo 2009)
Primi 5 Stati Primi 5 Stati (donne)
California 690 California 15
Florida 430 Texas 10
Texas 342 North Carolina 4
Pennsylvania 225 Pennsylvania 3
Alabama 200 Mississippi 3
Totale USA 3.285 Totale USA 53
Da quasi 20 anni Troy Davis si trova nel braccio della morte per un crimine che ha sempre dichiarato di non aver commesso. Reggie Clemons, altro prigioniero afroamericano, è stato condannato alla pena capitale sebbene non esistano prove che lo colleghino al reato. Troy Davis e Reggie Clemons sono due degli oltre 3200 condannati che negli Usa rischiano di essere messi a morte. In loro favore sono gli appelli proposti da Amnesty International nella giornata mondiale contro la pena di morte di domani 10 ottobre.
Condanne a morte eseguite nel 2010*
Arabia Saudita: almeno 17
Autorità Palestinese (Gaza): 5
Bahrein: 1
Bangladesh: 9
Bielorussia: 2
Cina: dati non resi pubblici
Corea del Nord: almeno 3
Egitto: almeno 2
Giappone: 2
Guinea Equatoriale: 4
Iran: almeno 160
Iraq: almeno 1
Libia: almeno 18
Stati Uniti d’America: 39
Somalia: almeno 2 (milizie al Shabab)
Sudan: 6
Taiwan: 4
*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International infatti, ribadisce il suo incondizionato no alla pena capitale, in quanto punizione crudele, inumana e degradante, che non ha alcun effetto deterrente e può uccidere degli innocenti. Per questo chiede “Una vita senza la pena di morte!” per Troy Davis e Reggie Clemons, e per tutti coloro che sono nella drammatica attesa dell’esecuzione e accende un faro sulla situazione della pena capitale negli Stati Untiti.
Qui la pena è praticata con diversi metodi, secondo il governo federale dove la sentenza è stata comminata.
Iniezione letale = 35 (tutti gli Stati mantenitori, Governo federale e Forze armate USA); Sedia elettrica = 9 (Alabama, Arkansas, Florida, Illinois, Kentucky, Oklahoma, South Carolina, Tennessee, Virginia); Camera a Gas = 5 (Arizona, California, Maryland, Missouri, Wyoming); Impiccagione = 2 (New Hampshire e Washington); Plotone d’esecuzione = 2 (Oklahoma e Utah). Un elenco inquietante ma che negli Stati Uniti, invece, realizza e garantisce la ‘giustizia’ in caso di omicidio e omicidio indiretto.
Domani 10 ottobre, dunque, movimenti e associazioni legali, sindacati e autorità locali e regionali, promuoveranno in tutto il mondo iniziative e manifestazioni in favore dell’abolizione della pena capitale, considerata la violazione del diritto umano insopprimibile per eccellenza, ossia quello alla Vita.
Fondata a Roma nel maggio del 2002, la Coalizione promuove annualmente la giornata mondiale contro la pena di morte al fine di incoraggiare una discussione sulla pena di morte nell’opinione pubblica; dimostrare con determinazione l’iniquità della pena capitale; esercitare pressione sui paesi mantenitori al fine di fermare le esecuzioni e abolire la pena di morte; creare legami con altre organizzazioni abolizioniste che fanno parte della WCADP.
Anche Amnesty International, componente della Coalizione, nell’ambito della sua campagna permanente di abolizione universale della Pena Capitale in tutte le aree del mondo, scenderà in piazza, oggi pomeriggio, sabato 9 ottobre, in Piazza Campagna dalle ore 16:30, con un tavolino di sensibilizzazione e raccolta firme contro le esecuzioni negli Stati Uniti.
Ecco il quadro attuale:
95 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
9 paesi l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra.
35 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.
In totale 139 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica.
58 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso.
La ricorrenza del 10 ottobre rappresenta l’occasione per una riflessione sul valore insopprimibile dell’esistenza umana e sul diritto alla vita e alla sicurezza, entrambi solennemente riconosciuti nell’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Onu 1948) e in altre importanti convenzioni internazionali.
Un’occasione per compiere, grazie alla mobilitazione delle coscienze, ancora un altro passo fondamentale verso la meta dell’abolizione universale di questa pena inumana, degradante, crudele e irreversibile.
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