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Monotonia ed emozione finale è la sintesi della penultima giornata al Granillo. Assente per buona parte di gara, la Reggina risveglia tutti dal torpore, colpendo ancora, come consuetudine recente, negli ultimi minuti. L’altra volta ci aveva pensato Campagnacci, stavolta è toccato a Di Michele. Molta della sua eventuale salvezza è frutto dello sforzo e dalla tenacia profusi nelle fasi finali.
Per il match casalingo, Pillon rispolvera il 4-4-2 con l’esclusione in difesa di Ely, per la coppia centrale Adejo e Bergamelli, D’alessandro e Rizzato sulle fasce. A centrocampo Antonazzo, Hetemaj, Colucci e Barillà, e in attacco Gerardi e Di Michele. La prima parte di gara è caratterizzata da un ritmo blando e noioso, senza alcuno spunto di nota se non per un tiro dalla distanza di Barillà che sfiora il palo alla destra del portiere avversario Lanni. Nonostante l’offensiva amaranto si aumenti con l’ingresso in campo di Fischnaller per l’acciaccato D’alessandro, sono i marchigiani a intraprendere delle azioni più pericolose. Nella seconda parte il Grosseto continua a sfiorare il vantaggio che gli viene negato da una prodezza di Baiocco. Il pubblico reggino, accorso in massa allo stadio grazie ai prezzi modici, indispettito e impaziente, rumoreggia per lo scarso impegno e la carenza di iniziative dimostrate dai propri beniamini che dovrebbero avere molte più ragioni dei già retrocessi avversari. Gli amaranto rispondono con delle azioni spumeggianti, prima delle quali con Fischnaller che si propone sulla fascia in una azione del tutto personale, e poi con un tiro nell’area piccola sventati entrambi dal portiere. Anche Di Michele si produce in una rovesciata spettacolare che d’istinto il portiere marchigiano devia in angolo. Il gol è nell’aria. Infatti da un fallo procurato dal limite dell’area da Hetemaj, arriva la punizione a palombella di Di Michele che fa sobbalzare l’intero stadio. Il primo ad abbracciarlo è il figlio e poi tutta la panchina ad omaggiarlo con gli applausi scroscianti degli spettatori. Una città e un tifo che saranno sempre riconoscenti al bomber adottato. Onori e meriti al Grosseto che si è battuto con lealtà e professionalità fino all’ultimo, dimostrando di possedere qualità nascoste sfiorite troppo tardi per evitare una retrocessione forse precoce.
Grazie a questa seconda vittoria consecutiva, la Reggina si risolleva dalle sabbie mobili della retrocessione e ambisce ad una salvezza più che certa nel prossimo turno finale, evitando i vituperati play-out, ammeno di sorprese dell’ultima ora estranee a qualsiasi probabilità.
Angelo P.
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