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Irriverente e caustico “L’insulto al di là della parola”, il libro di Daniele Commisso fa della provocazione morale un atto liberatorio e terapeutico, una battaglia all’anestesia mentale che incita, altresì, ad avere il coraggio di smontare le numerose angherie psicologiche che quotidianamente si è costretti a subire.
Pubblicato dalla Casa Editrice Kimerik, il libro di 136 pagine racconta alcune esperienze tragicomiche vissute dall’autore, Danielle Commisso il “portavoce degli ignoranti”, che, venendo a contatto con particolari personaggi umani capaci di minare profondamente anche la pazienza del più pacato essere umano, finisce per trovare liberatorio e terapeutico per se stesso l’utilizzo di “un bel vaffa…” di quelli sinceri e di cuore.
E’ evidente che Commisso ha esperienza in fatto di esseri umani poco umili e poco cordiali: il benzinaio serafico che tergiversa piuttosto che lavorare, di cui si burla l’autore attraverso una scrittura ironica di immagini allegoriche; la moglie di un parente che, non sapendo tenere a freno la lingua e non avendo considerato minimamente che fosse il marito ad insistere con gli inviti a cena, critica, subdolamente, con mezzo paese, i gesti, le battute e la presenza a cena dell’autore; i commercianti che trattano con sufficienza i clienti, le cassiere antipatiche ed acide; la barista esibita dietro il bancone del bar che, probabilmente per insofferenza, vive il cliente come “sbavatore da bancone” e crede che tutti i clienti siano simili; alcuni automobilisti, pressoché bradipi, che si mettono al volante misconoscendo le basi della guida a cui l’autore dedica delle pagine esilaranti; alcuni uomini delle forze dell’ordine che, a detta dell’autore, sembrano essere stati troppo fiscali durante i posti di blocco e con i quali, lo stesso, ha acceso aspre polemiche, terminate con delle multe e molti nervosismi.
Daniele Commisso nasce nel 1976 a Torino, dove vive fino alla primavera del 2007 quando si trasferisce a Marina di Gioiosa Jonica, in provincia di Reggio Calabria. Si forma nel mondo dell’artigianato in qualità di restauratore di mobili antichi, professione che tutt’oggi continua a svolgere.
Il libro, seppur con uno stile semplice, risulta scorrevole e non ha alcuna pretesa di esser definito aulico; il linguaggio ironico e moderno accompagna il narrare in prima persona dell’autore.
Nelle pagine de “L’insulto al di là della parola”, scorre la vita, non solo quella di Daniele Commisso ma quella quotidiana di ognuno di noi, che similmente alla sua è attraversata da rapporti umani intricati, avviluppati dall’atavica ed effimera superficialità dell’apparire che sancisce, ormai, il nostro esistere.
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