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Va bene che a Messina la prossima settimana si vota, va bene che ormai è un giochino vecchio – anche se talvolta efficace – quello di invadere i mezzi di informazione per chiedere al governo centrale di non affossare il ponte sullo Stretto, ma adesso basta!
É semplicemente vergognoso leggere appelli da parte di amministratori dell’area dello Stretto che chiedono di non chiudere con il progetto del ponte. Ci domandiamo: ma questi sindaci dove vivono? Spazzatura che ormai ha sommerso le nostre città, uomini e donne di ogni età senza un lavoro che devono ingegnarsi per sbarcare il lunario, sistema trasportistico dell’area dello Stretto sempre più fatiscente, sistema sanitario allo sbaraglio, solo per elencare una minima parte delle emergenze che ogni giorno sono costretti a vivere i comuni mortali.
Ma per i sindaci pare andare tutto bene e dopo che negli anni la telenovela ponte ci è costata oltre 500 milioni di euro, producendo danni irreparabili alla collettività come nel caso della variante di Cannitello, ma procurando parecchi benefici ai soliti noti, loro, invece di tacere, appaiono sorridenti e rilassati e rilanciano la favola del ponte, la panacea di ogni male dell’area dello Stretto, del Sud, del mondo intero.
Noi che da anni ci opponiamo a questa inutile mega-opera continuiamo a chiedere a gran voce di investire le risorse necessarie per creare lavoro vero e duraturo.
Perché invece di perdere tempo ancora con il ponte, non si inizia a parlare ed a costruire una mobilità seria ed efficace sullo Stretto, che vada incontro alle esigenze dei pendolari? Perché non si parla del porto a sud che libererebbe Villa San Giovanni dalla morsa del traffico e dell’inquinamento, che da anni e nel silenzio più assoluto causano diverse patologie agli abitanti dell’area? Tra l’altro il porto a sud potrebbe essere un importante volano di sviluppo, grazie alla presenza nella zona di un’altra infrastruttura che negli anni ha dato tanto lavoro, ma che oggi versa in uno stato di abbandono assoluto, ovvero lo scalo merci di Bolano. Potremmo continuare nell’elenco chiedendo ai sindaci perché invece di alzare la voce sul ponte non facciano tutto quello che è nelle loro possibilità per affrontare la questione rifiuti, perché non spingano verso la differenziata porta a porta che risolverebbe il problema e porterebbe molti posti di lavoro, perché non si arrabbiano con la Regione che ha fatto tagli indiscriminati alla sanità privando intere comunità anche dei servizi minimi.
Probabilmente ormai il modello Reggio ha fatto scuola e gli amministratori in questione non possono perdere tempo a parlare di cose così terra terra: loro pensano in grande, mega opere, mega appalti, mega eventi. É questa la loro logica, ma nel frattempo le casse dei comuni sono sempre più vuote, ed a pagare è sempre la povera gente. Fino a quando la scelta tra mangiare o pagare le bollette non diventerà un giochino troppo pericoloso per chi continua a soffiare sul fuoco.
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
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Ottimo spunto per attente riflessioni. Grazie per il contributo.