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In questi giorni apprendiamo dagli organi di stampa che le grandi multinazionali Veolia e Daneco, che gestiscono in Calabria come in gran parte d’Italia le discariche indifferenziate, andranno via dalla Regione ufficialmente perché i pagamenti da parte del Commissario, avrebbero tempi molto lunghi e dilazionati.
In definitiva si prospetta una ennesima emergenza e, come spesso accade, tramite le emergenze si fanno passare concetti, pratiche, metodi altrimenti irricevibili. Noi della Rdt quest’anno non abbiamo esitato a denunciare l’ennesima, ciclica, emergenza estiva del ciclo rifiuti, sapevamo bene che dietro lo spettro dell’emergenza poteva nascondersi l’ampliamento o la costruzione di nuove discariche, nuovi cimiteri per i rifiuti. Per questo motivo il 16 agosto abbiamo occupato le discariche di Pianopoli e Alli. Noi siamo nuovamente disposti a ripetere gesti simili se dietro lo spettro della crisi, dietro la paura di perdita di posti di lavoro, dietro la minaccia di avere la spazzatura nelle città, si proveranno a nascondere altre manovre, altri giochi volti a conservare lo status quo del ciclo della gestione rifiuti.
Occorre ribadire che l’uscita presunta di Veolia e Daneco dalla gestione dei rifiuti, la crisi delle aziende a partecipazione statale rappresentano un chiaro segnale, e danno ragione alle piazze calabresi che hanno detto con chiarezza e determinazione “mo’ basta”. A questo punto risulta evidente che la figura del Commissario è inutile. In ben quattrodici anni non ha saputo dare risposte reali al problema, ha solo operato in un clima emergenziale che è servito a rimpinguare solo i poteri forti, leciti ed illeciti, della nostra Calabria.
In particolare vogliamo sottolineare che il ricatto lavorativo non deve far paura a nessuno. Una gestione partecipata ampia con la raccolta diferenziata spinta abbinata alla strategia rifiuti zero praticata con successo in diversi paesi e città, permette di valorizzare il rifiuto non più come un problema da interrare, ma genera un ciclo virtuoso che produce molto più lavoro nel rispetto della vita umana.
Ormai anche a livello istituzionale si sono levate voci di condanna rispetto a questo istituto, sollecitate dalla nostra campagna per il ripristino del potere popolare.
La fine dell’anno è ormai prossima e con essa scade il mandato del Commissario. Ci auguriamo vivamente che nel campo della gestione dei territori, dei rifiuti si ritorni ad avere una gestione popolare, segno di democrazia e di partecipazione.
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
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