Questione voucher, la regione Calabria tradisce le aspettative di centinaia di laureati

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Riceviamo e pubblichiamo:

Un “errore materiale” non voluto (o una gravissima scelta di tipo politico) del Dipartimento n. 11 della Regione Calabria sta costando caro a circa 300 laureati, in gran parte con lode, che desiderano poter continuare a lavorare e a studiare in Calabria.

Stiamo parlando dei giovani che, nel mese di dicembre 2012, avevano inoltrato la domanda di partecipazione all’“Avviso pubblico per il finanziamento di voucher per la partecipazione a master e dottorati – Annualità 2012”  della Regione Calabria, al fine di poter utilizzare la borsa di studio per frequentare alcuni master universitari di II livello.

A differenza del bando dell’anno precedente (il quale ha di fatto attribuito un voucher regionale a migliaia di laureati, anche con un curriculum non eccellente), il nuovo Avviso ha inteso adottare una disciplina articolata e fortemente restrittiva, in ordine alla selezione delle domande ed alla valutazione dei titoli (a fronte di una dotazione finanziaria di € 5.000.000, e nonostante il bando stesso prevedesse “la possibilità di modificare la dotazione finanziara al fine di garantire la migliore efficacia dell’iniziativa”).

Ciò che in realtà il Dipartimento 11 ha fatto è stato garantire l’assoluta “inefficacia dell’iniziativa”, tradendo le aspettative di centinaia di calabresi brillanti (e delle loro famiglie).

Tra i criteri per accedere ai voucher, il bando individuava l’età, il voto di laurea, il completamento del percorso di studi universitario nei tempi previsti dall’ordinamento e altri titoli (pubblicazioni scientifiche e certificazioni della conoscenza della lingua straniera). Tutti parametri in fondo condivisibili, ancorché applicati a volte in maniera risibile (si pensi alla necessità di richiedere la traduzione delle certificazioni di lingua inglese, pur essendo esse ammesse in ogni parte del mondo!!!) perché assolutamente oggettivi! L’art. 9 dell’avviso pubblico attribuiva invece un pericoloso (perché sin troppo discrezionale) strumento in mano alla Commissione valutatrice, ossia la possibilità di accordare ai candidati  fino a 7 punti aggiuntivi, tenendo conto della coerenza del Master con uno dei “settori e delle aree disciplinari che l’Amministrazione regionale ritiene di particolare interesse”).

Con grandissimo ritardo rispetto ai tempi previsti dal bando stesso (circa 45 giorni dalla presentazione della domanda), ossia oltre 3 mesi, con decreto dirigenziale n°316 del 22 Marzo 2013, veniva pubblicata, in pre-informazione sul sito ufficiale della Regione Calabria, una graduatoria in cui moltissimi candidati, senza alcun chiarimento al riguardo, ricevevano la prima amara sorpresa di vedersi non riconosciuti i famigerati 7 punti.

A seguito di una serie di istanze di rettifica in autotutela e di richieste di chiarimento, il Dipartimento Cultura, e Istruzione ritirava la graduatoria dal sito istituzionale (ammettendo evidentemente di aver commesso dei gravi errori), senza però fornire alcun chiarimento (contegno singolare e non del tutto ortodosso dal punto di vista giuridico).

Dopo quasi 5 mesi, ed esattamente il 1° agosto scorso, veniva nuovamente pubblicata una graduatoria che di fatto riproponeva il contenuto di quella precedente, escludendo ben 280 laureati e mettendo a serio rischio l’attivazione stessa dei master (per insufficienza del numero minimo di iscritti) a cui  intenderebbero partecipare i vincitori di borsa di studio!

In alcuni casi, le attività formative sono iniziate, con enormi spese vive e costi a carico dei giovani laureati, che, confidando nel ritiro della precedente graduatoria, erano certi di vedersi ora assegnato il punteggio loro spettante ed hanno perciò scelto di seguire comunque le lezioni dei master.

I laureati calabresi non intendono far passare sotto silenzio la scelta scellerata del Dipartimento n. 11.

Non si comprende per quali ragioni alcuni master siano stati considerati “coerenti” ai c.d. settori strategici ed altri (con denominazione e contenuto assai simile) no. Non è del tutto chiaro cosa i valutatori abbiano inteso, interpretando il termine “coerenza” (assoluta aderenza o semplice pertinenza?) e perché abbiano omesso di allegare un documento contenente indicazioni circa i master considerati coerenti e quelli che non lo sono.

Attribuendo, ad esempio, zero punti al Master “Tecnologie della Salute e diritti della persona” hanno considerato il percorso in questione assolutamente privo di ogni coerenza con ben due settori prioritari (“Tecnologie della Salute” e “Management e Tecnologie della salute”), come se il master avesse ad oggetto “il sesso degli angeli” o “il diritto a sognare”.

Tutto ciò è tanto surreale quanto inaccettabile!

In spregio ad ogni principio di buona amministrazione, legittimo affidamento, trasparenza, uguaglianza, ecc ecc, l’impressione è che la commissione valutatrice non si sia neanche preoccupata di analizzare nel merito i contenuti dei master (molti dei quali, come è possibile leggere dalle brochure degli stessi percorsi formativi, avrebbero consentito ai ragazzi di formarsi con docenti universitari provenienti da vari Paesi europei e di maturare anche esperienze formative presso atenei stranieri, conseguendo perfino una certificazione linguistica).

La severa ed ingiusta valutazione, effettuata probabilmente da personale che non aveva le competenze adeguate per poter apprezzare la qualità (e la coerenza) dei master, convince gli esclusi che sia necessario ricevere chiarimenti in merito ai titoli posseduti da coloro che hanno effettuato la selezione (perché è probabile che questi ultimi siano perfino meno qualificati rispetto agli stessi soggetti valutati)! Circostanza grave e che, secondo una lunga ed incontrastata giurisprudenza amministrativa, rende di per sé illegittima l’operazione di valutazione effettuata! Non avendo gli strumenti per decidere con esattezza se i master potessero essere considerati coerenti oppure no, i valutatori avrebbero dovuto attribuire a tutti i percorsi formativi lo stesso punteggio, consentendo così che la selezione venisse rimessa a parametri assolutamente oggettivi (età, voto di laurea, ecc ecc) e ad un criterio di tipo cronologico (avrebbero ottenuto la borsa i primi in elenco).

A questo punto, gli esclusi chiedono l’immediata revoca del Decreto n° 11093 del 31 Luglio 2013, riportante la prima graduatoria degli ammessi e dei non ammessi al finanziamento per la partecipazione a Master e Dottorati – Annualità 2012, e la nomina di una commissione ad hoc (costituita da professori universitari ordinari!) che abbia i titoli e le competenze per valutare quali master sono coerenti e quali no con i settori strategici.

Chiedono, inoltre, di poter incontrare prima possibile il Governatore per ricevere direttamente da lui chiarimenti sulle modalità di azione del Dipartimento n. 11.

Al momento, le legittime pretese dei non ammessi non sono state minimamente considerate dagli organi regionali. In assenza di un non più procrastinabile riscontro, gli esclusi invieranno una copia di questo comunicato alla Commissione europea e agli organi nazionali competenti in materia di utilizzo di fondi strutturali europei, ma anche alla Procura della Repubblica. Attiveranno, inoltre, una serie di forme di protesta (prime fra tutte un’assemblea pubblica di fronte al Consiglio Regionale, coinvolgendo tutti i familiari dei giovani laureati ammessi e non ammessi, ed una petizione online contenente la formale richiesta di dimissioni dell’Assessore Caligiuri), ma anche un ricorso al TAR, con richiesta di immediata sospensione degli effetti giuridici di un provvedimento illegittimo sotto vari profili.

La borsa di studio attesa sarebbe un incoraggiamento a rimanere, considerando che con eccessiva leggerezza si parla da più parti di una “fuga di cervelli”.

La Regione Calabria, considerata l’elevata domanda di formazione proveniente da centinaia di laureati calabresi particolarmente brillanti, invece di fare il possibile per ampliare le risorse economiche (provenienti peraltro da fondi europei), tagliandole in settori assolutamente inutili per la crescita di questa terra, con la graduatoria del primo agosto scorso ha di fatto dimostrato di non voler affatto incentivare i giovani a restare in Calabria.

Tutto ciò non è giustificabile e chi occupa posti di rilievo (come un Assessorato o la Presidenza di una Giunta regionale) deve assumersene la responsabilità. Lasciando eventualmente il posto a chi ha veramente a cuore le sorti di questa terra.

I laureati calabresi traditi dalla Regione Calabria

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