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“Attivarsi per rimuovere i vertici di Trenitalia e RFI vista l’inconsistenza della politica aziendale adottata è il primo, necessario e responsabile atto che il Governo dovrebbe adottare per dimostrarsi sensibile e attento alle difficoltà di chi, quotidianamente, vede leso il suo diritto alla mobilità”.
Commenta così il vicepresidente della Provincia, Giovanni Verduci, la mozione presentata dal senatore Antonio Caridi e volta ad impegnare il Governo ad una maggiore attenzione sul trasporto ferroviario nel Meridione.
“Sono ormai anni che denuncio la strategia messa in campo da Trenitalia e RFI che, in modo consapevole e quasi diabolico, trascurano la Calabria e in particolare la provincia reggina, emarginandola sempre più, rendendo vano ogni tentativo di sviluppo messo in campo dagli enti locali.
L’impossibilità di muoversi in sicurezza e libertà, i tempi di percorrenza, la continua modifica di orari e frequenza dei treni, la cancellazione dei collegamenti, le infrastrutture abbandonate e la totale assenza di investimenti sul territorio fanno si che quello che dovrebbe essere un servizio e un’opportunità, si trasformi in un tormento, un supplizio.
La metropolitana di superficie, nelle intenzioni volano di sviluppo per tutto l’hinterland reggino, valida alternativa all’uso dell’automobile, in realtà altro non è che un’interminabile attesa che si conclude alla vista dei pochi treni obsoleti, sovraffollati, che si trascinano spesso saltando le soste programmate.
In realtà – prosegue Verduci – la poca affidabilità dell’intero comparto si evince anche dal mancato rispetto di quanto ufficialmente sottoscritto, in occasione di conferenza di servizi, e relativo alla realizzazione delle sei nuove fermate nel tratto Melito Porto Salvo – Reggio Calabria.
Ricordo, infatti, che le ferrovie si erano impegnate a realizzare le fermate di Annà, Sant’Elia di Lazzaro, Bocale II, San Leo di Reggio Calabria, Aeroporto e Pentimele.
Di queste, solo Annà e Aeroporto sono state realizzate, le altre sono state volutamente “dimenticate”, nonostante le cospicue economie dei lavori per il raddoppio ferroviario, somme che potevano e dovevano essere impiegate per le fermate, tanto più che per le aree di Bocale e Sant’Elia le opere primarie e propedeutiche erano state già realizzate in occasione dei precedenti lavori.
Un danno, quindi, e si aggiunge anche la beffa se si considera che le stesse ferrovie sorvolano sulle ormai evidenti deficienze di una rete che necessita di interventi immediati per l’ammodernamento, la messa in sicurezza, il ripristino di quelle barriere realizzate a protezione della linea ferrata e che oggi, per esempio a Bova Marina o Riace di Motta San Giovanni, necessitano di lavori di manutenzione per evitare l’interruzione del servizio.
Sono certo – conclude il vicepresidente Giovani Verduci – che qualora fosse accolta la mozione del senatore Caridi, nessuno rimpiangerebbe gli attuali vertici di Trenitalia e di RFI. Evidenti, infatti, sono i danni causati al Meridione, in particolare al nostro territorio provinciale.
Per questo, proporrò in Giunta e al Consiglio provinciale di predisporre un documento da trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché maggiore sia l’impegno a tutela del diritto alla mobilità dei calabresi.
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