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Come annunciato, l’atteso incontro romano chiesto dal Presidente Raffa per chiarire la situazione in cui versa il futuro del Polo Logistico Integrato della Piana di Gioia Tauro alla fine c’è stato davvero.
All’appuntamento il Presidente Raffa è arrivato puntuale insieme all’Assessore Provinciale ai Trasporti Mario Candido e a tutto il resto della delegazione reggina. Presenti oltre ai rappresentanti della Provincia di Reggio Calabria e quelli del Ministero per lo Sviluppo Economico anche i sindacati, la Camera di Commercio, l’Autorità Portuale di Gioia Tauro.
“Nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro sul polo logistico integrato di Gioia Tauro ci sono ben 25 milioni di euro destinati alle imprese ancora fermi nelle casse del Ministero Dello Sviluppo Economico, perché si tratta di risorse vincolate alla realizzazione di almeno il 35% delle opere infrastrutturali previste nell’accordo firmato nel 2010 dal Governatore Scopelliti con i ministeri preposti”.
Lo ha dichiarato il direttore generale del Mise Alfredo Posillipo nel corso dell’incontro convocato ieri dal capo Dipartimento dello sviluppo delle economie territoriali cons. Alessandro Di Loreto su input del presidente della Provincia Peppe Raffa, preoccupato per il progressivo aggravarsi della crisi del trashipment nel terminal di Gioia Tauro e nell’indotto ad esso collegato.
“ In realtà – come ha spiegato Di Loreto nell’introdurre i temi che sarebbero stati oggetto di discussione – la Provincia è stata sollecitata ad occuparsi della questione in qualità di soggetto responsabile unico del contratto d’area che i sindacati hanno proposto ed ottenuto che fosse fra i punti qualificati dell’accordo raggiunto al Mise il 5 luglio scorso in occasione della richiesta avanzata da Mct per l’avvio della cassa integrazione straordinaria da applicare a 419 addetti ,su 1076 che sono assunti”.
Raffa ha quindi rappresentato la forte preoccupazione registrata in questi mesi sul territorio, anche perché la crisi Mct si riverbera pesantemente sull’indotto aggravando la situazione. “Mi sono così rivolto al dipartimento guidato da Di Loreto per approfondire in che termini fosse possibile ottenere un nuovo protocollo aggiuntivo del contratto d’area che ha già conseguito obiettivi nel 1999 e nel 2004. Di Loreto oggi ha subito detto che si tratta di uno strumento in vigore, ma ovviamente subordinato a due fattori cardine: la volontà politica di venire incontro ad un territorio in crisi e la disponibilità economica da attribuirgli”. Vivace il dibattito che si è aperto sulle questioni poste dal Presidente Raffa al capo dipartimento di palazzo Chigi.
“Vorremmo capire – ha detto Raffa – se ci sarà possibile recuperare il ruolo che ci compete agendo come volano e soggetto attuatore di politiche di sviluppo sul territorio che guarda alla provincia come interlocutore più vicino e privilegiato per risolvere questioni territoriali”. Raffa ha quindi voluto dire che pur apprezzabile e prezioso, dell’Accordo di Programma Quadro in realtà se ne sa poco o nulla, mentre sarebbe utile un’informazione periodica sullo stato di avanzamento delle opere infrastrutturali che si stanno portando avanti e che giunte al 35% sbloccheranno anche le risorse previste per l’attrazione di investimenti.
Una chiosa questa che ha fornito un assist non solo ai sindacati, ma anche al Mise. Il Direttore Generale che se ne occupa Sergio Parrella ha infatti raccontato di aver preteso un incontro almeno mensile con la Regione e così sta accadendo grazie al proficuo impegno della dott. Tavano.
Per la Cisl nazionale, insieme a Annibale Fiorenza, era presente Giulia Tavernese che ha evidenziato tre cose fondamentali: lo scollamento fra la gestione dell’Apq e i sindacati e dunque il territorio, la lentezza con la quale procede lo strumento che dovrebbe dare sollievo alle imprese assolutamente in crisi; ed ha chiesto che, al di là di come il Governo intende procedere, sia proclamato lo stato di crisi poiché – ha concluso il rappresentante sindacale – è evidente che la Cisl non perde occasione per rinverdire il diritto ad ottenere risposte chiare ed esaurienti su un disagio che non si può più lasciare sotto traccia”.
Chiudendo la questione sull’agibilità di un ripristino del contratto d’area il Capo Dipartimento della Presidenza del Consiglio, Di Loreto ha assicurato un incontro entro 15 giorni, fatti i debiti accertamenti nelle sedi preposte. Il Presidente Raffa ha, infine, chiesto ufficialmente anche notizie sul blocco che sta paralizzando la realizzazione del rigassificatore.
“ Si tratta – ha chiarito Raffa – di un investimento assolutamente privato e quindi da non perdere, soprattutto adesso che ci troviamo in un momento in cui l’occupazione è in crisi e i soldi pubblici sono sempre meno disponibili. Collegata al rigassificatore – ha aggiunto il Presidente Raffa- c’è poi la piastra del freddo che per l’agricoltura del reggino, unico settore che non sta subendo crisi, sarebbe un vero e proprio toccasana”. Alla richiesta di chiarimenti, si è unito il presidente dell’Asi Pino gentile, mentre l’arch. Errante presente per l’autorità portuale, a Di Loreto che chiedeva quale fosse lo stato dell’arte del progetto, non ha risposto, perché ha preferito puntualizzar e tutti gli altri lavori che la Port Authority ha realizzato per agevolare le navi di ultima generazione, tutte di Maersk, che però adesso non scala Gioia perché ha scelto Vado Ligure per mantenere la sua leadership.
Sul rigassificatore e sulla piastra del freddo interessantissimo l’intervento di Lucio Dattola, Presidente della Camera di Commercio reggina, che ha chiesto a Di Loreto conto e ragione assicurando tutto il suo interessamento anche sui mercati esteri per un indotto che a suo avviso si creerà certamente intorno a questa mega opera il cui maggiore pregio è quello di saper stare certamente sul mercato visto che si tratta di un impiego notevole di risorse, milioni di euro, tutti frutto di investimento privato quindi naturalmente destinato a produrre un utile.
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