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Il Comitato di Sorveglianza del Psr Calabria, i cui lavori sono ospitati dalla Città di Reggio Calabria nelle giornate di giovedì e venerdì della corrente settimana, si occupi anche dell’agricoltura reale e abbia il coraggio di parlare della crisi del comparto e delle misure per fronteggiarla. Stancamente si va ripetendo, da troppo tempo, che gli investimenti a pioggia non servono, sono inutili e dannosi. Eppur tuttavia, molto poco si è fatto sul piano concreto, sul piano delle azioni amministrative da porre in essere per fronteggiare le crisi e supportare efficacemente lo sviluppo. Nel Bilancio 2012 approvato dal Consiglio Regionale della Calabria sono state previste risorse per Euro 3.500.000,00 destinate ai programmi di riorganizzazione del settore agricolo ed agroalimentare ai sensi della legge regionale n. 24 del 2002. Che cosa è stato fatto fino ad ora con queste risorse? Ne è stata programmata la utilizzazione? E dove?
Non vorremmo svegliarci una mattina e scoprire che le risorse che spettano agli agricoltori reggini sono state dirottate altrove, come pure in un passato molto recente, nel silenzio generale, è avvenuto. Lo stato di salute dell’agricoltura della Piana di Rosarno versa in una fase acuta di profondissima crisi. Il comparto agrumicolo, che in passato ha rappresentato la locomotiva economica dell’area, oggi attraversa una fase di inesorabile declino, la cui tendenza negativa non è facile da invertire. È urgente e non più procrastinabile l’avvio di un nuovo Piano Agrumi che possa finanziare la ristrutturazione e la riconversione degli agrumeti. Il Piano dovrebbe incentivare altri tipi di colture, in una ottica di diversificazione che, per la verità, già alcune aziende della Piana di Rosarno hanno avviato conseguendo primi incoraggianti risultati. Tale Piano agrumi dovrebbe rivolgersi anche ai piccolissimi produttori i quali non hanno attualmente possibilità di aderire né al Programma di Sviluppo Rurale nè ai piani operativi delle OP, i quali peraltro spesso sono insufficienti e lontani dalle esigenze vere del comparto.
Se si vuole affrontare con serietà – e non solo con la facile propaganda – la questione della crisi dell’agrumicoltura della Piana di Rosarno, occorre prendere atto nei documenti di programmazione rurale dello stato di crisi e, contestualmente, delle enormi potenzialità del comparto. Non ha nessun senso favorire ed incentivare nuovi insediamenti agricoli in tutto il territorio regionale, quando di fatto si abbandona un’area a forte e consolidata vocazione agricola come quella della Piana di Rosarno.
Occorre avere coraggio e maturità di idee. Prevediamo da subito specifiche e congrue risorse da destinare esclusivamente al territorio della Piana di Rosarno e consacriamo criteri di priorità e di preferenza all’interno del Programma di Sviluppo Rurale della Calabria a favore dell’imprenditore agricolo che opera nella Piana di Rosarno, al quale deve essere assegnata una priorità di investimento rispetto al resto del territorio regionale. Solo in questo modo riusciremo a dare segnali concreti di aiuto e supporto alle aziende interessate. Solo in questo modo riusciremo a non disperdere una vocazione agricola ed agrumicola importante che non ha eguali in tutta la Calabria. E ciò occorre farlo soprattutto con riferimento alle Misure importanti del Psr quali la 121 e la 123, le misure che consentono alle aziende di ammodernarsi, di ristrutturarsi e di effettuare investimenti importanti in termini di macchine ed attrezzature. È già finita la Programmazione 2007-2013, tra poco inizierà, ma solo sulla carta, quella 2014-2020, ma l’agricoltura reggina è sempre ferma al palo , in forte crisi e senza reali e stabili prospettive di sviluppo.
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