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Quando fatti e circostanze viaggiano in un’unica direzione e fin troppo facile dire che avevamo ragione.
Ma tant’è. Da sempre, non a far data dall’incarico ricevuto dal Presidente Raffa, ho affermato con parole ed azioni concrete, che l’esaltare l’azione negativa della ‘ndrangheta, conferendole una qualsivoglia dignità , arreca al nostro territorio danni incalcolabili. Quando nella rassegna stampa nazionale delle più note reti televisive, venti testate del nord, aprono le loro prime pagine con notizie di politica, di economia mentre le uniche due del sud presenti lo fanno con l’omicidio di turno, quale immagine si riesce a dare di tutto il nostro territorio ?
Chi manderebbe , cittadino del nord, il proprio figlio a studiare all’università calabrese senza pensare di inviarlo nel terzo mondo? Tra la gente con la pistola facile, dove ogni cosa, ogni diverbio, si risolve in un duello? Dove, insomma, il malaffare é di casa?
Questo non vuol dire che bisogna tacere . Tutt’altro. Ma neppure parlarne tanto, enfatizzando uno strapotere che trova il suo catalizzatore, paradossalmente, proprio nell’eccesso di comunicazione.
Tradurre gli atti di un convegno in varie lingue esorta soltanto la sfiducia del resto del mondo nei nostri confronti .
L’azione delittuosa della ndrangheta, oltre che nell’appropiazione fraudolenta di uomini e cose, si manifesta giustappunto nel danno di immagine che arreca al territorio.
L’apologia, anche se involontaria, la spettacolarizzazione dell’operato della malavita organizzata, il suo appropriarsi di terminilogie addirittura appartenenti alla religione, come battesimo , luogo sacro etc, non fanno altro che far entrare nell’immaginario collettivo, e non solo, il convincimento che qui, nel nostro Sud, è bene non investire, non imprendere, non studiare, addirittura non venirci.
Questo mio ragionamento, che mi ha portato più volte a contrappormi alla musealizzazione dell’elemento ndrangheta, alla professionalizzazione dell’azione anti malavita, ha trovato il suo autorevolissimo avallo nella sentenza del Tribunale di Palmi che vede, in sede civile, riconosciuto il danno di immagine della Provincia a seguito dell’imperversare delle cosche locali. Come dire: come volevasi dimostrare.
Ci sono le cosche, influenzano la malapolitica, taglieggiano, impongono la violenza ? Qui non si investe, non si crea lavoro , non si vive. Ne deriva un danno, quantificabile. E risarcibile alla Pubblica Amministrazione.
Dunque, contrapponiamo allo strapotere mafioso ed alle sue nefande ripercussioni, certamente poliziotti e magistrati, ma anche una politica pulita, una amministrazione trasparente e sopratutto una massa incredibile di iniziative, di eventi, di notizie che hanno nel patrimonio culturale il loro fulcro. Traduciamo i nostri poeti, avviciniamo i giovani alla scoperta della loro storia attraverso lo studio, la catalogazione dei milioni di reperti esistenti ovunque. Apriamo Musei di archeologia, di storia, di belle immagini delle cose meravigliose di cui disponiamo, mostriamo il meglio di noi ed affoghiamo nella pattumiera le sporcizie ‘ndranghetistiche.
Creiamo centri studi e discutiamo del pensiero dei nostri filosofi non dei processi. Questi ultimi vanno trattati nelle aule dei tribunali e non nelle sale riempite a forza con studenti che, candidamente, dichiarano che il linguaggio usato è troppo tecnico e che trovano inutile quella loro partecipazione. Ma loro, strumenti ciechi di occhiuta rapina, non sanno che ogni attore vuole il suo pubblico. Numeroso.
La sentenza del Tribunale civile di Palmi ridà molte speranze alla gente comune, al Presidente Raffa ed alla sua giunta che hanno scelto la via della legalità quale unica via maestra.
Le dichiarazioni del Presidente, tutte da condividere per quella comunanza che ci vede uniti nel perseguire un progetto condiviso, sono quelle di chi vede nella cultura l’antidoto al malaffare.
Le risorse riconosciute dal Tribunale non sono altro che una piccola parte di quanto sottratto al territorio. Investirle per rendere Gioia Tauro quello che avrebbe dovuto essere e non è, significa rimettere le cose al loro posto.
Tutta le Giunta è con Raffa e con la legalità . Anche il suo assessore al ramo, che , naturalmente gli chiederà una parte di quei nove milioni di euro, per realizzare quella magnifica idea del Comune di Gioia e del suo Sindaco : una cittadella della cultura attorno a quel monumento alla storia che è Palazzo Baldari.
Notizia da prima pagina. Che attrarrà studiosi e turisti facendo diventare Gioia Tauro uno degli infiniti punti del reggino di un percorso turistico-archeologico da far invidia al Mondo.
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