Provincia, l’assessore Rao sull’inchiesta della rivista britannica “The ecologist”

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Assessore Rao
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Ancora una volta Rosarno si trova al centro di strumentalizzazioni ed è teatro di una sempre crescente disinformazione che, di volta in volta, viene alimentata per amplificare un effetto mediatico che nasconde sempre la vera realtà.  Questa volta è stata l’indagine di un periodico straniero sulle condizioni di lavoro degli immigrati a dare il via alle reazioni e controreazioni che, mi si consenta, aggiungono davvero poco all’analisi della situazione reale.

Non entro nel merito della indagine giornalistica. Ma sono personalmente a conoscenza di tante situazioni in cui i lavoratori immigrati sono assunti e lavorano nel pieno rispetto delle leggi vigenti. E per quanto mi riguarda non potrebbe essere diversamente. E le leggi sono tenute a rispettarle tutti, dalle multinazionali a qualunque impresa che decida di assumere chicchessia, compresi gli immigrati.

Ma ancora una volta, attraverso le generalizzazioni e la facile propaganda, si perde una occasione per affrontare in modo serio il fenomeno. Continuo ad essere convinto, e lo vado dicendo in ogni sede, che la vera questione prima ancora che l’assistenza è garantire lo sviluppo economico di queste terre. Senza politiche specifiche e mirate al rilancio ed alla crescita dell’intero comparto agricolo ed agroalimentare della Piana di Rosarno non c’è nessun futuro per l’agricoltura del territorio.

Non sarà l’indagine di un giornale a condannare le prospettive di un territorio né a risollevarle. Così come non sarà il consolidarsi della già riconosciuta e sperimentata propensione alla accoglienza dei cittadini di Rosarno a fare sì che gli immigrati possano pienamente integrarsi nel tessuto socio-economico del territorio.

Occorrono politiche speciali. Occorrono azioni amministrative concrete che invertano la rotta rispetto all’inesorabile decadimento del comparto agrumicolo della Piana di Rosarno, che sta avvenendo oramai da anni nel pieno e colpevole disinteresse delle Istituzioni, di tutte quelle Istituzioni che, invece, potrebbero fare qualcosa per arginare alcune delle difficoltà cui le imprese quotidianamente si imbattono. Abbiamo una vocazione agricola ed agrumicola che consta di molteplici potenzialità.

Siamo in grado di coltivare e commercializzare prodotti che possono competere nei mercati nazionali ed internazionali. Ma è arrivato il tempo di imbatterci sulla sfida della qualità e dello stare insieme, nel fare rete tra produttori ed istituzioni che non possono rimanere assenti e lontane rispetto ai problemi.  C’è un problema di accesso al credito delle imprese di cui nessuno parla. C’è un problema nell’intercettare le forme di finanziamento pubblico per realizzare gli investimenti di cui nessuno parla.

C’è una pioggia di milioni di Euro dei fondi comunitari che arriva sui territori e che non produce nessun risultato in termini di crescita di competitività delle aziende e dei rispettivi comparti. Di questo ed altro ancora bisogna parlare. Perché sono queste le uniche direttrici lungo le quali dovremmo muoverci e dibattere. Impegniamoci per assicurare uno sviluppo vero e duraturo al comparto agricolo della Piana di Rosarno. Solo così eviteremo di svendere le nostre arance o lasciarle marcire sugli alberi.

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Author: Cristina

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