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In Italia il sistema giudiziario presenta gravi anomalie ed inefficienze che vanno assolutamente sanate per poter garantire a tutti i cittadini procedimenti più equi e corretti. Condivido in pieno la campagna referendaria dei Radicali che prevedono, tra le varie proposte, la responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle loro carriere ed un deciso intervento contro l’abuso della custodia cautelare e l’abolizione dell’ergastolo, temi da sempre oggetto della nostra azione politica.
E’ necessario fare della giustizia un luogo di vita e non di putrefazione dei diritti e dei principi vitali della democrazia. In Consiglio d’Europa lottiamo ogni giorno affinchè siano salvaguardati i diritti fondamentali dell’uomo e, di recente, la Corte di Strasburgo ha stabilito che le condanne a vita sono compatibili con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, se e solo se per il recluso risulta prevista almeno una possibilità di liberazione o di revisione.
Chi commette un reato deve espiare la sua colpa in carcere ma nel nostro Paese raramente si può avere un trattamento rieducativo, dato il carattere criminogeno delle carceri. Sarebbe opportuno quindi, pensare al superamento dell’equazione pena-carcere. Credo fermamente nella rieducazione del detenuto e la Provincia di Reggio Calabra guidata dal presidente Giuseppe Raffa qualche mese fa, nell’ambito del progetto “Cinema dentro le mura”, ha sposato un progetto grazie al quale la Casa circondariale di Reggio Calabria è stata trasformata in un singolare set cinematografico per realizzare il cortometraggio “Hakuna Matata”.
Il corto è stato inviato all’Europa per diffondere un messaggio di vita e speranza che nasce proprio tra le mura del carcere reggino. Abbiamo voluto così tessere una tela tra il “dentro” ed il “fuori”, due dimensioni che la condizione di detenzione, e dunque di privazione della libertà personale, impone sia alla persona in stato di restrizione che alla sua famiglia. Un modo per raccontare la vita dentro le mura dove tutti gli affetti subiscono dei traumi.
Sono convinto che la lotta per il Diritto, la legalità, la necessaria e dovuta uscita dalla flagranza dei massimi reati contro lo Stato di Diritto e i Diritti Umani ormai contestata da decenni alla nostra Repubblica, costituiscano veri e propri obblighi e non semplici “doveri” di uno Stato. Tutti noi dobbiamo impegnarci per uno Stato che possa essere finalmente accettato dalla Comunità internazionale e non combattuto e superato in quanto palesemente criminale. Fermiamo i “processi-mostro” al termine dei quali i responsabili non pagano mai. E’ giusto che in tempi rapidi il cittadino possa ottenere il giusto risarcimento per danni e per le ingiustizie patite.
Antonio Eroi
Presidente del Consiglio Provinciale
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