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I gonfaloni dei “piccoli comuni” hanno sventolato l’altro ieri a Roma diventando simbolo del malcontento degli amministratori dei comuni a rischio accorpamento. Tra i comuni presenti a Roma qualche giorno addietro a protestare contro l’articolo 16 del cosiddetto decreto anti crisi c’era anche Bova rappresentato nell’occasione dal vice sindaco Gianfranco Marino.
“Dalla manifestazione di Roma – dice proprio Marino – scorgiamo dei segnali positivi che provengono direttamente dal Ministro Maroni riguardo all’impatto della manovra anti-crisi sugli enti locali e, in particolare, sui piccoli comuni. Pare proprio che il Ministro abbia manifestato la disponibilità a stralciare l’articolo 16 a fronte dell’impegno da parte degli Enti locali di mettere mano alla Carta delle Autonomie per garantire maggiore efficienza.
Quanto alla nostra presenza alla manifestazione di protesta – prosegue Marino – oltre ad essere un atto dovuto rappresenta una netta presa di posizione a difesa di un’autonomia che non può e non deve essere messa in discussione. Nonostante gli spiragli positivi intravisti già nell’incontro di Roma, e pur rimanendo fiduciosi sulla positiva risoluzione della questione, in attesa di certezze rispetto al futuro di migliaia di piccoli centri italiani tra cui anche il nostro, la mobilitazione continua su diversi fronti.
Già per il ventinove di questo mese è infatti in programma una mobilitazione dell’Anci a Milano proprio contro l’accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti. Appare infatti davvero inaccettabile una politica che considera i piccoli comuni come un superfluo peso, mortificandoli e mettendo così di fatto le mani in tasca a tutti gli italiani. Condividiamo dunque in pieno la presa di posizione dell’Anci che di fronte alla gravità della situazione chiede al Parlamento lo stralcio delle norme della manovra finanziaria di agosto che toccano l’autonomia dei comuni, il ruolo istituzionale loro garantito dalla Costituzione, formulando proposte alternative in grado di dimostrare che, riconoscendo ai Comuni il ruolo di attori per lo sviluppo e di risanamento della finanza pubblica, il saldo della manovra, può essere ottenuto senza penalizzazioni di sorta alle realtà demograficamente più deboli.
Le piccole realtà territoriali vanno tutelate e garantite, e intese non certo come peso superfluo, bensì come valore aggiunto nello scenario nazionale. Nel caso di Bova sarebbe davvero impensabile cancellare secoli di storia, cultura e tradizioni in nome di una razionalizzazione tanto inutile negli effetti risolutori complessivi della crisi nazionale, tanto dannosa per l’identità di un’area che fa proprio dell’autonomia la ragione della propria esistenza.
Oltre alla condivisione delle tante iniziative anti decreto in programma a livello nazionale – conclude Marino – come consiglio comunale ne promuoveremo a breve delle altre che tenderanno a coinvolgere i comuni a noi vicini nell’ottica della salvaguardia di un’identità d’area che da millenni connota questa parte d’Aspromonte e di provincia reggina, costituendo un unicum assolutamente non sacrificabile in nome di improbabili accorpamenti o razionalizzazioni”.
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