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“… o si procede sulla strada già intrapresa e più volte sostenuta dal precedente Governo, o ci si astiene da questa decisione politica che un Governo tecnico non dovrebbe assumersi l’onere di prendere, affidando così ogni decisione al nuovo Governo…” Queste le richieste formulate solo qualche giorno fa dall’on. Nino Foti, deputato calabrese e componente della direzione nazionale del Pdl a margine della conferenza stampa tenuta con il collega siciliano, già Ministro della Repubblica, On. Enrico La Loggia. Una presa di posizione molto dura quella dei deputati Foti e La Loggia che, evidentemente, ha sortito buoni effetti sul Governo.
Il ravvedimento dell’Esecutivo giunge dopo la conferenza dai toni caldi e accesi. Dopo l’annuncio del voto contrario da parte dei due deputati Foti e La Loggia, si sono susseguiti numerosi e ripetuti contatti con i rappresentanti del Governo proprio per sollecitare un disimpegno nella decisione che pareva essere stata già assunta in modo irrevocabile.
Sul punto, sempre a firma Foti e La Loggia, è già presentato un emendamento soppressivo del comma 8 dell’articolo 8 del disegno di legge recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)” circa le previsioni per il pagamento della penale che avrebbero giustificato l’accantonamento dell’opera.
Un fronte aperto dunque dai deputati Foti e La Loggia destinato ad allargarsi in ambito di discussione e voto parlamentare sulla Legge di Stabilità prevista in calendario nei prossimi lavori dell’Aula di Palazzo Montecitorio. E il Governo certo non può permettersi simili scivoloni.
“Oggi viene accolta favorevolmente – dichiara l’on. Nino Foti – la notizia che il Governo sostanzialmente ha cambiato idea sul Ponte sullo Stretto. Contrariamente alle previsioni iniziali, infatti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di «prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità».
Sebbene la nota ricordi “la proposta della Commissione europea dell’ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei” – sottolinea l’on. Foti – va chiarito subito che trattasi di un aspetto meramente dettato da motivi di ordine finanziario di contenimento della spesa pubblica poiché invece l’effettiva strategicità del Corridoio Berlino – Palermo permane tutt’oggi. Proprio come avevamo chiesto noi in conferenza stampa, la proroga di due anni consentirà ad un Governo politico e non fatto di tecnici di assumersi la responsabilità se fare andare avanti o meno questa importante Grande Opera che nell’area di Reggio e Messina porterà oltre 40 mila posti di lavoro. Nel frattempo tutti i lavori in corso possono continuare. Così come tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale. «Questa nuova procedura – si precisa ancora nel testo del Governo – dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso – si conclude – , durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale».
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