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Nel nostro Paese, e nell’Europa intera, è in atto una spietata aggressione al mondo del lavoro tutto, che coinvolge indistintamente chi ha un regolare contratto, chi è precario e chi è disoccupato. Nelle realtà meridionali questo attacco diventa ancora più pesante, e ci impone nella giornata storicamente dedicata al lavoro di promuovere una campagna di riflessione e di mobilitazione a difesa dei diritti e della loro estensione.
L’idea che per uscire dalla crisi bisogna tagliare le pensioni, lo stato sociale, i diritti e rendere più facili i licenziamenti, mentre rimangono inalterati i privilegi e le enormi spese per opere inutili, sono le ricette imposte dai governi nazionali pilotati dai poteri finanziari e dalle banche.
La controriforma del “mercato del lavoro” smantella l’art. 18, principio di civiltà a tutela del lavoratore, non elimina nessuna delle 46 tipologie di contratto di lavoro precario, ed inoltre si propone di smantellare la cassa integrazione e la mobilità, forme di ammortizzatori sociali a sostegno del reddito di chi viene licenziato.
Nessun provvedimento viene adottato per contrastare efficacemente le morti e gli infortuni sul lavoro che invece aumentano, nonostante la diminuzione degli occupati, negando colpevolmente il diritto alla sicurezza e rendendo il lavoro anche un rischio per la salute e il lavoratore una merce deperibile.
L’aumento preoccupante dei suicidi di lavoratori e piccoli imprenditori, abbandonati e immolati al dio mercato, sono una conseguenza delle scelte di questo Governo liberista appiattito unicamente alla volontà dei gruppi finanziari e delle banche, ignorando completamente la disperazione e il disagio di popoli interi, come in Grecia e presto ovunque. È questa la macelleria sociale attivata da Monti, PDL, PD e Terzo Polo.
Dobbiamo essere consapevoli che i prossimi passi saranno ancora più gravi per noi cittadini, la libertà di licenziare si estenderà anche ai dipendenti pubblici (i famosi fannulloni di Brunetta), inoltre saranno offerti al “mercato” con la privatizzazione i residui beni comuni come la sanità, l’acqua, le pensioni, quello che resta dell’istruzione pubblica, nonostante la maggioranza degli italiani si sia espressa in maniera contraria con il referendum dello scorso giugno. Riproporranno la ricetta che privato è bello e funziona meglio, come dimostrano le ex Ferrovie dello Stato, la sanità e le scuole private, privilegio per soli ricchi.
Dobbiamo impedire che questo avvenga, per il nostro futuro e per quello dei giovani, per i nostri padri che hanno lottato e molti di loro sacrificando la vita per costruire un mondo migliore e per la conquista di questi diritti.
Questa volontà di lotta richiede che lo Sciopero Generale, già proclamato dalla Cgil, si faccia al più presto e punti alla cacciata del governo Monti.
Invitiamo tutte e tutti a trascorrere con noi la giornata del Primo Maggio, dalle ore 16.00 in poi, al c.s.o.a. Angelina Cartella di Gallico Marina: un’occasione per stare insieme e divertirsi, ma soprattutto per rilanciare un fronte di opposizione sociale alle politiche scellerate attuate sulla nostre teste.
PROGRAMMA:
ore 16.00: apertura del villaggio
ore 17.00: Assemblea pubblica: “Lavoro e beni comuni: quale futuro?”
ore 20.30: “La Cisterna”, spettacolo teatrale scritto da Salvatore Arena interpretato da Massimo Zaccaria, prodotto da Mana Chuma Teatro
ore 22.00: NIMBY in concerto
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