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di Sara Gurnari
Alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, Milano ieri sera alle 18.30 è stato presentato il secondo libro nato dalla collaborazione tra Antonio Nicaso (storico delle organizzazioni criminali,uno dei massimo esperti di ‘ndrangheta nel mondo) e Nicola Gratteri (procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, uno dei magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta) : “La mafia fa schifo” un volume sul repertorio raccolto, in questi anni, da milioni di giovani, lettere, messaggi, e-mail; un libro che non vuole raccontare, come fu dato spazio nel precedente volume, “La giustizia è una cosa seria” a quello che è realmente il sistema giudiziario in Italia, la magistratura e le sue leggi, il ciclo produttivo illegale, l’evolversi dei processi ma una raccolta di testimonianze, di racconti, di esperienze personali vissuti da giovani di tutti i Paesi d’Italia.
L’evento era presentato dal conduttore Gianluigi Nuzzi, che darà il via stasera alle 23:10 “Gli intoccabili” su La 7. La ‘Ndrangheta e’ al centro del primo appuntamento. Ospite della puntata sarà appunto Nicola Gratteri.
Uno dei temi centrali della discussione è stato il legame che vi è tra Chiesa e mafia; il riferimento alla chiesa viene spontaneo dice Gratteri quando la processione viene addirittura organizzata e gestita dalla Mafia, aggiunge “ Dovrebbero negare i sacramenti ai mafiosi, invece di prendersela con i divorziati”; al contempo aggiunge Antonio Nicaso “ .. guardando la processione in onore di sant’Onofrio mi accorsi che a tenere la vara del santo vi era anche il figlio di un boss, questo è comune in tutti i paesi del Sud”, la chiesa chiude gli occhi e tanti colletti bianchi camminano a braccetto con mafiosi, ‘ndranghetisti; ma come giusto che sia, bisogna ricordare l’impegno che diede (aggiunse Nicaso) Don Pino Puglisi a Palermo e tanti altri ancora, allo stesso modo Gratteri ricordò la frase di un prete che durante l’omelia disse “non mi importa se dio esiste, ma da che parte sta”, una frase scomoda ma sicuramente importante e coraggiosa che invitò tutti a riflettere sulla collisione di questi.
La presentazione ha dato spazio all’ascolto di tre lettere, scritte da giovani di 16 anni; ognuno raccontava esperienze personali e pensieri maturati riguardo la criminalità, addirittura pensieri pro ‘ndrangheta di bambini che nascono all’interno di famiglie ‘ndranghetiste, costretti a seguire la strada che gli viene imposta dal padre, una lettera, non inedita, di una ragazzina di 16 anni di Rosarno, nata e cresciuta in una famiglia mafiosa dove racconta le sue sofferenze ma anche il suo coraggio, riflessioni su paesi del Nord, ritenuti dai ragazzi lontani dalla criminalità organizzata, fino a scoprire di essere paesi abitati da boss di cosche provenienti da vari paesi.
Si è discusso della mafia al Nord; nel precedete libro si poteva leggere –il prefetto di Milano si affretta a rassicurare l’opinione pubblica sull’inesistenza delle mafia nella sua città, legittimando l’ironia del sindaco Letizia Moratti che, incalzata dai cronisti, chiosa: “La mafia a Milano? Fatemela vedere”. Viene accontentata. Il 13 luglio 2010 tra Lombardia e Calabria scatta l’operazione “Crimine”, uno dei blitz più importanti degli ultimi anni. Finiscono in carcere più di trecento persone. Tra esse anche Domenico Oppedisano, il capo crimine con le sue mani grosse e ruvide da contadino-
Nell’incontro di ieri si capisce benissimo che il concetto ancora non è chiaro e “ribadisce” il procuratore G. che ancora Milano è dietro di 10 anni, che da qui a poco si renderà conto della forte radicazione che c’è della mafia al Nord e che per alludere ad un inserimento senza collaborazione di altri è ridicolo, “la mafia non ha trovato porte chiuse al Nord, la mafia gira dove gira il denaro e nel nord acquista pizzerie, ristoranti, super mercati, la mafia ha bisogno di un vero e proprio scontrinificio”
Dopo una breve premessa, arriva una domanda, potremmo dire un po’ scomoda da Nuzzi “Avete un po’ paura a toccare il livello politico?” Gratteri risponde “La mia prima operazione sulla collusione politica-mafia fu nel 1989”
Un altro argomento trattato è stato quello delle cosiddette “vedove bianche”, costrette a sposare mafiosi per poi finire nella più completa disperazione; costrette a rimanere fedeli al marito anche quando questo si trova all’interno del carcere; donne ormai avvolte dalla rassegnazione, senza via d’uscita che vengono richiuse all’interno di manicomi per paura che queste parlino, dove il loro unico nutrimento sono i psicofarmaci; vi sono addirittura alcuni paesi della costa jonica dove si registra un alta percentuale di vendita di psicofarmaci.
Successivamente è stato dato spazio alle domande che provenivano dai presenti, una di queste “Che senso ha stare dalla parte del bene, cosa ci guadagno a non stare dalla parte dei mafiosi? io voglio essere felice” a questa risponde Nicaso che dopo una breve premessa aggiunge “quando ci guardiamo allo specchio la mattina, non ci sputiamo”, Gratteri aggiunge “ i mafiosi non sono felici, non ho mai conosciuto un mafioso felice, i mafiosi ogni notte sanno che da un momento all’altro possono essere scoperti, che alle tre di notte la polizia irrompe nella propria casa e finiscono dentro le sbarre, non è la macchina grossa a rendere felice un mafioso”, ad un’altra domanda Gratteri si permette di “criticare” il sistema giudiziario e il sistema scolastico, “con questo sistema la mafia finirà solamente quando l’ultimo uomo in questo mondo morirà”, questa affermazione lo costringe a motivare la frase ed esordisce affermando che bisogna ribellarsi, non basta l’indignazione, “dovete essere esigenti, quando il professore a gambe accavallate legge il giornale invece di fare lezione, dovete ribellarvi, quando con la febbre a 37 il professore prende la malattia, dovete ribellarvi, quando i genitori sono assenti perché preferiscono guardare “Amici”, “Uomini e donne” e per sensi di colpa comprano al figlio un cellulare da 700€, dovete ribellarvi” .
In queste note si comprende il senso civile del procuratore Gratteri, che in tutti modi vuole difendere i diritti dei giovani, vuole combattere l’ignoranza.
La presentazione è stata oggetto di discussione, riflessione ma soprattutto di grande speranza, -il segnale che più di tutto vuole dare il libro- che non deve mutare dinanzi a niente e nessuno. Il primo passo è diffondere l’idea che non può esistere il consenso del popolo; la mafia una mattina può svegliarsi, perdere il consenso del popolo e così morire.
Al termine della presentazione è stato data l’opportunità di autografare i libri.
Il libro già in vendita nelle librerie : “La mafia fa schifo” edito da Mondadori di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri.
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