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Ancora un secondo appuntamento per il Premio Muse versione Estate 2023 e la sua consegna che ha una storia lunga ben 23 anni. Dopo la ricca manifestazione di domenica scorsa il Cortile delle Muse, tempo permettendo alle ore 21, riapre i suoi spazi, con il suo giardino di inverno per ospitare un premio, che si rinnova di anno in anno. Il Premio Muse non si occupava da tanto tempo di sport e così la presenza di Anna Barbaro è il secondo riconoscimento dedicato a questo settore dopo quello assegnato 10 anni fa a Tonino Raffa già giornalista di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Un riconoscimento, quello di domenica – inclusivo- ricorda Giuseppe Livoti poiché, ci occuperemo degli sport paralimpici.
Per sport paralimpici si intendono tutte le competizioni sportive previste nei Giochi paralimpici estivi ed invernali, organizzate e realizzate sotto la sorveglianza del Comitato Paralimpico Internazionale e varie altre organizzazioni sportive internazionali. Al 2016, le paralimpiadi estive includono 22 sport e 526 medaglie assegnabili, mentre quelle invernali prevedono 5 sport con 72 medaglie. Come per i Giochi olimpici, il numero di eventi disputabili può cambiare da una paralimpiade alla successiva. I Giochi paralimpici sono manifestazioni multi sportive internazionali per atleti principalmente con disabilità fisiche, quali difficoltà nella deambulazione, amputazioni, cecità e paralisi cerebrale. In origine sono stati sport organizzati per persone con sindrome di down e per disabili e nacquero nell’ambito della riabilitazione: in seguito alla seconda guerra mondiale, come risposta alle esigenze di molte vittime di guerra civili e militari, questi sport divennero una parte chiave della riabilitazione. Dall’ambito riabilitativo si passò allo sport ricreativo fino a quello competitivo. Il pioniere di questo approccio fu Ludwig Guttmann dell’Ospedale di Stoke Mandeville, nel Regno Unito. Mentre si svolgevano i Giochi olimpici di Londra 1948, Guttmann organizzò competizioni sportive per atleti in carrozzina, proprio a Stoke Mandeville. L’evoluzione di questa competizione furono i Giochi paralimpici, il primo dei quali fu Roma 1960. Un Premio che porrà al centro il personaggio, Anna Barbaro si racconterà con l’ausilio di foto ed immagini. La serata vedrà la presenza e la partecipazione di numerose personalità per omaggiare tale premiazione. Presenti il presidente del Coni Antonello Scagliola ed ancora Maurizio Marrara delegato FINP Calabria e membro di Giunta CIP Calabria e Giuseppe Laface primo allenatore che ha creduto nelle grandi possibilità della Barbaro. Un momento di riflessione sarà legato ad un viaggio nella comunicazione inclusiva con Clara Condello, Santina Milardi e Mimma Conti mentre importante la presenza e l’esibizione, reduci da Rimini dai Campionati Nazionali di Ginnastica Ritmica, con la partecipazione di circa 16.000 ginnaste di oltre 700 Società provenienti da tutta Italia della Società Ginnastica Gebbione, risultata alla fine la rappresentativa più vincente della ginnastica calabrese, guidata dalla Direttrice Tecnica prof.ssa Rosa Cristiano con le istruttrici Caterina Frosinone, Maria Condello e Noemi Cristiano. Anna Barbaro ragazza non vedente della nazionale di paratriathlon, era musicista ed ingegnere soddisfatta degli splendidi traguardi che aveva raggiunto nel 2010. Diventata nel 2010 ipovedente, nel giro di 3 mesi e in 6 mesi la luce si spegne del tutto: diventando non vedente forse per un virus o il morbo dì Leber che ha causato l’atrofia dei nervi ottici. Dopo gli ultimi accertamenti fatti a Napoli, decide di reagire, di ricominciare a vivere. Recupera tutta la grinta che ha ancora dentro, stabilisce un nuovo percorso dei nuovi obiettivi e si avvicina così al nuoto, acquistando più padronanza del suo corpo, migliorando la sua percezione della dimensione e dell’equilibrio. In seguito, all’interno della nuova società la polisportiva team14, si avvicina all’atletica e al ciclismo, dall’unione di queste nuove due passioni inizia la pratica del paraTriathlon, che in seguito l’ha condotta ad essere tesserata con la Minerva triathlon Roma poi alle Woman triathlon Italia fino ad approdare grazie a Charlotte Bonin nel GS Fiamme Azzurre ad un progetto che l’ha supportata fino a Tokyo e anche oltre. Il suo medagliere è molto ricco: la medaglia d’argento ai giochi paralimpici di Tokyo 2020 a fine 2021 a Abu Dhabi ho vinto l’argento al Mondiale. Ed oggi oltre ad essere un’atleta della Nazionale di paratriathlon collabora come ingegnere e tiflologa con varie associazioni con le quali crea apparecchiature free che aiutano i non vedenti ad essere autonomi nella propria quotidianità. Un premio come oggi più che mai ci conduce a sentire il senso dell’appartenenza, dell’inclusione e la percezione del valore di ognuno nella società poiché l’appartenenza è bisogno fondamentale dell’essere umano ed occorre così identificarsi per poter avvertire il senso del –noi-.
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