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In merito alla nota diramata agli Organi di informazione dal Presidente ANPI Sandro Vitale, che in base ad una inchiesta avviata dalla stessa ANPI su “Le istituzioni non funzionano? Tu segnala, l’A.N.P.I. interviene” indebitamente chiama in causa la dr.ssa Grazia Rosanna Squillacioti, Direttore Generale dell’ASP di Reggio Calabria, è doveroso precisare.
La dr.ssa Squillacioti ribadisce con fermezza di non essersi mai avvalsa del suo ruolo di Direttore Generale per avvantaggiarsi dei servizi dell’ASP reggina e/o appropriarsi di beni appartenenti all’Azienda medesima, né di percepire indebite ricompense ovvero emolumenti superiori a quanto previsto dalla legge.
Nello specifico la retribuzione annua percepita non supera euro 130 mila lorde, peraltro inferiore a quella corrispostale nella sua precedente funzione di Dirigente regionale prima che assumesse l’incarico di Direttore Generale dell’ASP di Reggio Calabria.
Per quanto riguarda poi l’uso arbitrario dell’autovettura aziendale- con autista- che le viene addebitato, la dr.ssa Squillacioti puntualizza di avvalersene esclusivamente per scopi istituzionali senza infrangere la legge, nella considerazione che l’ASP di Reggio Calabria comprende tutto il territorio provinciale che risulta delimitato nei suoi confini dal comune di San Pietro di Caridà (fascia Tirrenica) e da quello di Monasterace (fascia Ionica).
Le affermazioni contenute nella nota dell’ANPI risultano dunque del tutto infondate e fortemente lesive sia della sua dignità che della correttezza istituzionale che ha caratterizzato fin qui il suo mandato. Dunque la dr.ssa Squillacioti è intenzionata a tutelare la sua immagine con tuti i mezzi consentiti dalla legge anche per scongiurare altri nuovi attacchi finalizzati ad indebolire l’azione di risanamento avviata. Quest’ultima già di per sé difficoltosa, deve affrontare maggiori ostacoli ed insidie quando i tagli riguardano privilegi consolidati in settori del tutto improduttivi.
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