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Il Forum regionale delle persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del Lavoro Calabria denuncia con forza la precarietà economico-sociale che vive la Calabria, che si ripercuote sulle famiglie, sul sistema produttivo, sul futuro delle nuove generazioni. Un territorio fragile nel quale la già scarsa occupazione è diminuita nel corso del 2010, portando un aumento del 3,5% della disoccupazione.
Una Calabria tagliata fuori anche sul versante dei collegamenti: mancati investimenti su qualità lavoro-servizi e tagli lineari dei trasporti in riferimento alle tratte Sud-Nord appartenenti al gruppo Ferrovie dello Stato, dovuti alle ultime manovre economiche, stanno comportando conseguenze insopportabili nei territori meridionali; infrastrutture materiali obsolete ed inadatte a sostenere un progetto di crescita e sviluppo. Un profilo quali-quantitativo e un funzionamento dei servizi sanitari che, in costanza di attuazione del piano di riordino, ancora evidenziano un significativo tasso emigrazione, fuori regione, della popolazione calabrese. A questa parziale disamina, del quadro emergenziale, si aggiunge l’allarme rimborso crediti in cui versano le imprese artigianali, agricole, di produzione, cooperative, esposte con gli istituti di credito, per i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione, a cui conseguono blocchi di pagamenti ai fornitori e conseguenti licenziamenti dei lavoratori dipendenti delle imprese. Realtà produttive segnate da una economia debole e a cui si aggiunge adesso la crisi economica globale.
Il Forum è sensibile agli appelli delle aziende in difficoltà e vuole offrire uno spunto di riflessione collettiva per cercare una via di uscita, rapida, alla crisi e all’immobilismo che condiziona le imprese.
Intanto il Governo Monti lavora: il dl sulle liberalizzazioni conterebbe, infatti, una normativa che rimborsa per circa 6 miliardi, di cui circa 4 rimborsabili con titoli di stato, i crediti vantati dalle imprese verso le amministrazioni pubbliche, in attesa di applicare la normativa europea in merito, un primo segnale importante, dunque, ma secondo un calcolo di Confindustria i crediti che le imprese vantano con lo Stato ammonterebbero a circa 60 miliardi di euro.
Bloccare l’attività delle imprese significa bloccare qualsiasi progetto di occupazione, tarpare le ali ai giovani, vessare le famiglie sfiorate appena da parziali politiche a loro sostegno ed il cui indebitamento medio, dati CGIA, è aumentato del 36,4% dal 2008 al 2011 e sfiora i 20.000 euro, significa scoraggiare la crescita e lo sviluppo della Calabria al quale il Forum vuole contribuire attraverso lo stimolo degli attori sociali e politici per cercare di offrire opportunità e mezzi a coloro che per varie ragioni sono esclusi dal mercato.
L’appello come Forum va alle istituzioni tutte che progettino ed attuino, nel breve, politiche per la crescita e lo sviluppo della Calabria legando il sostegno allo sviluppo delle attività produttive, alla politica del credito, alle politiche per il lavoro, per il bene della collettività.
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