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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
Il porto di Saline Joniche continua ad essere insabbiato. Monta la protesta dei pescatori che ancora una volta devono fare i conti con la chiusura dell’imbocco che ormai da qualche anno sta rendendo impossibile il lavoro di coloro che hanno le proprie imbarcazioni all’interno della struttura.
La forza distruttrice della natura da tempo ha ridotto a brandelli i bracci di cemento costruiti ai tempi in cui vedeva la luce l’ex Liquilchimica provvedendo, a causa della sbagliata progettazione, a riempire di sabbia l’ingresso. Negli ultimi periodi si è intervenuti temporaneamente per lenire il problema anche se l’apertura di un varco di piccole dimensioni non è servito a niente con le mareggiate che puntualmente agiscono chiudendo l’insenatura.
La stessa Provincia di Reggio Calabria ha cercato di trovare una soluzione con un’idrovora per togliere la sabbia. Anche il pontone reputato ad effettuare questo compito e la sabbia rimane lì lasciando tutti inermi.
I pescatori sono sull’orlo della disperazione e già in passato si sono rimboccati le maniche senza aspettare ulteriori aiuti. Si è reso necessario più volte l’impiego di escavatori e motopale anche con le mani nude anche se, adesso, la situazione sta per diventare incandescente. I lavoratori non possono e non vogliono più aspettare e nel prossimo futuro, qualora non si dovessero prendere serie decisioni in merito, sono pronti ad effettuare delle sonore proteste.
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