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Sabato 22 novembre il secondo appuntamento della stagione di prosa della Residenza teatrale della Piana “Alla ricerca del Bello perduto”. All’Auditorium comunale di Polistena alle ore 21.30 andrà in scena Patres, della compagnia Scenari Visibili, per la regia e drammaturgia di Saverio Tavano, con Dario Natale e Gianluca Vetromilo.
Miglior spettacolo festival Inventaria 2014 Teatro dell’Orologio di Roma, Premio contro le mafie del MEI 2014, Secondo premio al Festival Teatrale di Resistenza Museo Cervi, lo spettacolo della compagnia calabrese ha ricevuto molti apprezzamenti dalla critica per la «messa in scena attenta e di grande sapienza teatrale, fatta di gesti e parole sempre “necessarie”».
Uno spettacolo asciutto, misurato, eppure lirico e commovente. Un padre e un figlio, nonostante i loro goffi e a volte ruvidi tentativi di comunicare e intessere una trama di affetto e di condivisione, si ritrovano stretti in una schiacciante solitudine, in una rete di vuoti e mancanze. Malgrado il sogno del mare, il mare di Calabria, bellissimo e infido, simbolo di vita e di speranza, ma anche di oscuri mali, abbandoni e veleni; è davanti ad esso che il figlio cieco trascorre le sue giornate nell’attesa del padre, che lo ha legato ad una corda per proteggerlo. È il mare che scandisce e accompagna la vita di questo figlio incapace di vedere come di andare, in attesa di un padre che invece non è in grado di restare o tornare a casa, in una terra a volte ostile.
La vicenda intima, individuale, diventa racconto sociale, riflettendo la rottura del patto fra generazioni di una società intera, incapace di trasmettere valori, testimonianze, esempi, o di tessere semplicemente un filo che i figli possano seguire per non sentirsi orfani di padri maestri, padri politici, padri spirituali.
«Pur con le basi fortemente poggiate sull’attualità della terra calabrese, sempre presente grazie all’uso di un dialetto viscerale e terrigno, lo spettacolo innalza lo sguardo sull’universale umano. La relazione tra il figlio cieco e il padre marinaio diventa anche, per allegoria, quella tra l’umanità e il proprio Dio o quella tra lo stanziale e il viaggiatore», si legge nella motivazione del premio Festival Inventaria di Roma.
Si conferma l’attenzione che il progetto di Residenza teatrale della Piana, gestito dalla compagnia Dracma, rivolge alla nuova drammaturgia calabrese, proponendo proprio uno degli spettacoli più riusciti e apprezzati dell’anno. «Abbiamo seguito una linea di alta qualità, – ribadisce il direttore artistico Andrea Naso, – con scelte anche molto diverse tra loro, ma tutte ugualmente interessanti».
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