Polistena, neonati senza incubatrice e culla per fototerapia

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A volte un banale ittero neonatale – afferma il segretario generale S.U.L.P.I., Giuseppe Gentile – separa il bambino appena nato dalla madre. Per evitare questa traumatica divisione basterebbe avere in dotazione un sistema per fototerapia. L’ittero neonatale è una condizione clinica estremamente frequente nel neonato, caratterizzata dal colorito giallo di cute e sclere, dovuto ad un incremento della bilirubina nel sangue. Interessa sia i nati a termine che, in misura maggiora, quelli nati prematuramente. Se i livelli di bilirubina si mantengono entro certi valori, il neonato non corre alcun pericolo. Se, invece, la concentrazione di tale sostanza diventa molto elevata, allora può diventare tossica. Quindi, è importante iniziare precocemente il trattamento e proseguirlo fino ad ottenere una consistente e stabile riduzione dei livelli di bilirubina. Purtroppo questa terapia non può essere somministrata presso l’ospedale di Polistena, pur essendo l’unico ospedale di riferimento della Piana di Gioia Tauro non ha in dotazione neanche una culla per fototerapia e, il neonato affetto da ittero neonatale viene allontanato dalla madre e trasferito in altra struttura per eseguire il trattamento fototerapico. 

Una culla per fototerapia costa poche migliaia di euro e non si comprende il motivo del mancato acquisto. Purtroppo, in Neonatologia non manca soltanto un sistema per fototerapia ma, non esiste nemmeno un’incubatrice da trasporto per un eventuale trasferimento in terapia intensiva neonatale. Si lascia solo immaginare in quale stato d’ansia si possa trovare la Madre e il Padre del nascituro che presenta problemi di salute subito dopo il parto. Eppure, di recente sono state espletate gare per l’acquisto di attrezzature nel Dipartimento Materno Infantile, alcune inutilizzate altre inutilizzabili (vedi strumentario per episiotomia, attrezzatura per ago cannula, ecc.), ma, non sono state acquistate le culle per fototerapia né un’incubatrice per trasferire i neonati.

Nonostante alcuni studi indicano come il rapporto mamma-bambino, incluso il contatto visivo, sia essenziale per il corretto sviluppo dei neonati, il nostro ospedale di riferimento dell’intero territorio della piana di Gioia Tauro, ancora non è riuscito a dotarsi dell’essenziale. Stiamo parlando di neonati, dell’inizio di una vita umana sulla quale non possono gravare da subito e forse in maniera irreversibile, tutti i problemi di gestione di una classe dirigente dormiente presente da decenni sul territorio dell’ASP di Reggio Calabria e non ancora sottoposta alle verifiche previste dalla Legge e dai Contratti“.

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