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Senoli e Bosco frazioni di Platì vivono ormai da tempo una situazione di abbandono e disagi, emarginazione e vessazioni che a più riprese hanno scatenato e continuano a scatenare l’ira dei residenti che ora puntano il dito verso la commissione prefettizia attualmente alla guida del comune pre aspromontano e verso lo stesso Prefetto di Reggio Calabria, reo a loro dire di un atteggiamento non solo poco collaborativo ma in alcune occasioni anche lesivo della dignità e perfino della stessa incolumità dei residenti.
Ma andiamo con ordine. Il tutto inizia già qualche anno addietro con la progettazione relativa al lavoro di metanizzazione del centro locrideo. Fin dall’inizio i residenti si accorgono che c’è qualcosa che non va riguardo al tragitto individuato per far passare le tubature del gas, non in un’area disabitata a ridosso delle frazioni, bensì, inspiegabilmente proprio in mezzo alle case, a pochissimi metri dalle abitazioni e per giunta seguendo un percorso tortuoso e davvero poco agevole.
Già nei mesi scorsi, proprio riguardo all’argomento in questione, si erano vissuti momenti di tensione con i residenti che cercavano di impedire la prosecuzione dei lavori rendendo necessario l’intervento degli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bovalino. Com’era facile prevedere, la vicenda si è in breve tempo trasferita dalle contrade in questione alle aule di un tribunale, questo in virtù di un ricorso presentato dagli abitanti delle frazioni al Tar di Reggio Calabria.
Ma la questione del metanodotto e della sicurezza pubblica non è la sola a preoccupare i cittadini delle due frazioni che puntano l’indice sia verso la commissione prefettizia del comune accusando la terna di totale disinteresse verso le frazioni, un disinteresse che si concretizzerebbe in una lunga serie di disservizi che si protrarrebbero ormai da lungo tempo. “La questione del metanodotto – si legge in una nota inviata da un comitato spontaneo di cittadini – è solo l’ultima e più eclatante che fa da amara ciliegina sulla torta in un contesto davvero poco confortante.
Ormai da lungo tempo ci sentiamo trattati come cittadini di serie b, subendo una lunga serie di disservizi spesso inspiegabili. Per citarne alcuni particolarmente gravi potremmo partire dalla soppressione della scuola elementare e dell’ufficio postale, inquadrabili comunque in un discutibile piano di riordino dei servizi, per finire col servizio idrico pressoché assente che ci costringe ad approvvigionarci attraverso cisterne trasportate su dei trattori. La gravità della situazione – prosegue la nota – appare dunque evidente – e tra i responsabili maggiori vi è senza dubbio la commissione prefettizia insediatasi all’indomani dello scioglimento anticipato del consiglio comunale.
Dopo il gesto eclatante dello scorso due di Settembre, quando abbiamo restituito in modo simbolico e provocatorio al prefetto ben 133 schede elettorali, è nostra ferma intenzione dare seguito alla protesta in modo civile, facendoci valere nelle sedi opportune e con i mezzi messici a disposizione dalla legge, ma sicuramente senza indugi e senza tentennamenti, perché – conclude la nota – non è ammissibile che lo Stato nelle sue forme più disparate non riesca a garantire egual trattamento ai cittadini ponendo in essere discriminazioni incomprensibili e ingiuste”.
Gianfranco Marino
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