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Da Reggio Calabria a Taranto, passando per tutti quei centri marini della provincia, è un’eterna agonia. La statale 106 è l’unica via di comunicazione del versante jonico, ma risulta totalmente inadeguata tanto dal punto di vista infrastrutturale quanto da quello del traffico che la “invade” soprattutto nei mesi estivi. L’attraversamento di innumerevoli centri abitati, la carreggiata stretta e il percorso tortuoso fanno il resto, senza dimenticare l’aspetto della sicurezza che è valso all’importante arteria l’appellativo di “strada della morte”.
È compito delle istituzioni cercare di perorare l’ammodernamento della statale 106, contribuendo a portare il traffico al di fuori dei centri urbani, considerando, altresì, che tutte le strade provinciali “affluiscono” nell’unica via di comunicazione della costa jonica. Anche per questo manifestiamo preoccupazione per il silenzio del premier, Matteo Renzi, sull’argomento, in occasione della sua ultima visita alla città di Reggio Calabria.
Ci auguriamo che la questione relativa all’ammodernamento della SS 106 venga ripresa, magari con l’inserimento di apposita discussione in Consiglio dei ministri della delibera pilota ideata dal professor Russo e dall’ingegner Pugliese. Un’ottima proposta la loro che, però, dovrà necessariamente ottenere l’ok di tutti i consigli comunali interessati. Un iter, questo, che non potrà non prevedere un passaggio in tutte le massime autorità governative, oltre ad altre iniziative, compresa la mobilitazione popolare. Come dire, andrebbe levato all’unisono un grido d’allarme da far pervenire a tutti i livelli occupazionali.
Ad oggi, questa indispensabile arteria di comunicazione, almeno per la sua parte calabrese, è esclusa dalla programmazione europea. La Regione Calabria, oggi come ieri, non riesce a programmare interventi di rilancio della statale: l’unico, tra il 2000 e il 2002, a proporre l’utilizzo dei Fondi ordinari dello Stato per la viabilità (circa 4 miliardi delle vecchie lire) fu l’allora assessore regionale Saverio Zavettieri. L’idea del leader socialista non passò, anche perché tra le sue deleghe in giunta non c’era quella ai lavori pubblici ed alla viabilità.
La linea del project financing, perorata da altri componenti l’esecutivo Chiaravalloti, ebbe la meglio, ma si concluse con un nulla di fatto. Alle poche ristrutturazioni effettuate, infatti, fecero da contraltare le ingenti spese di progettazione. In un quadro generale si può dire che situazione viaria del versante jonico è in ritardo di circa trent’anni, risultato di una debole e poco rappresentativa delegazione parlamentare calabrese da almeno vent’anni.
La Provincia e i Comuni, pur non avendo specifiche competenze per quanto attiene le grandi arterie della viabilità, negli ultimi quindici anni, hanno recitato un ruolo passivo. In buona sostanza, è stato accettato quello che è arrivato, ma non sono state organizzate proposte serie o che, comunque, abbiano avuto la forza adeguata per giungere a buon fine. È mancata in molti casi la determinazione a battersi, anche perché la statale che attraversa un centro urbano rappresenta per lo stesso una “micro-economia” che, in assenza di prospettive di grande sviluppo, costituisce quel “piccolo cabotaggio” di cui le classi dirigenti locali si sono caratterizzate.
Personalmente ritengo buona la proposta formulata dal professor Russo e dall’ingegner Pugliese al fine di coordinare l’azione propositiva delle istituzioni a vario titolo interessate. La questione della statale 106 è stata e resta tra i primi punti nell’agenda dei “Socialisti uniti –Psi” e continueremo a batterci per un suo ammodernamento sensato e organico.
Pierpaolo Zavettieri
Capogruppo “Socialisti Uniti – Psi” in Consiglio Provinciale
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