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Riceviamo e pubblichiamo:
È con molto rammarico che oggi scrivo questo comunicato e lo faccio nella consapevolezza dello strascico del dibattito che queste mie parole provocheranno. È infatti provocatorio il titolo di questo comunicato, altrettanto quanto l’incapacità degli amministratori dei comuni e della società Piana Ambiente Spa di saper amministrare un bene pubblico, un bene dei cittadini e dei lavoratori.
Se è pur vero che la gestione della società da parte dei soci privati e dai presidenti che si sono succeduti è stata sempre “allegra” è pur vero che i Sindaci non hanno mai vigilato sulla propria società. È l’emblema del fallimento politico degli amministratori politici del nostro territorio, Comunale, Provinciale e Regionale, la chiusura di una società imponente come Piana Ambiente ed importante per il servizio che svolge. È un fallimento politico per l’incapacità dei Sindaci di amministrare l’azienda e di regolamentarla nel miglior modo possibile ed è un fallimento politico per l’incapacità di una Regione Calabria, dell’ufficio del commissario per l’emergenza rifiuti e per l’Assessorato all’Ambiente Regionale e del suo Assessore incapaci di produrre soluzioni e strumenti utili. Come Filcams Cgil giudichiamo insignificante la venuta dell’Assessore Pugliano e dell’Assessore Caridi all’Assemblea dei Sindaci della Piana, la stessa è stata solo una sempilice passerella per dire ai sindaci “fate voi”.
È altamente preoccupante che, chi ha nella Piana di Gioia Tauro preso una merea di voti, risultati poi determinati per la vittoria delle scorse elezioni regionali, oggi scarichi le proprie responsabilità sui sindaci della piana. Le parole dell’Assessore Pugliano rappresentano l’abbandono del territorio da parte di una Regione che con i soliti slogan e con poche azioni concrete, rischia di lasciare in mezzo ad una strada 100 famiglie di questo territorio e rischia di far vedere in mezzo alle strade il cumolo dei rifiuti ai danni dei cittadini. È incapacità politica e amministrativa per i milioni di euro spesi da parte dei Comuni e volatilizzati in colpo solo a discapito di lavoratori, che vivono in questo momento sulle proprie spalle anche la cassa integrazione e che ora rischieranno dopo i sacrifici di oltre quattro mesi senza vedere l’ombra di un quattrino di vederla svanire. È incapacità per i cittadini che hanno pagato le tasse, per il territorio che perde ancora oggi in questo momento altri 100 posti di lavoro.
È vergognoso che tutto questo passi nel totale disinteresse generale di amministratori delle pubbliche amministrazioni di maggioranza ed opposizione, dei Sindaci che non molto tempo fa, 3 mesi fa per l’esattezza si impegnavano a costituire un nuovo consorzio entro 40 giorni e si impegnavano a saldare le mensilità arretrate ai lavoratori applicando delle delibere, che potevano essere applicate dai Comuni, che avrebbero consentito ai lavoratori e alle loro famiglie di poter continuare in maniera un po’ meno traumatica. Non riusciamo a capire nemmeno come in un servizio essenziale come questo, la Prefettura di Reggio Calabria, sia completamente dormiente dopo i numerosi incontri inutili su cui la stessa non è stata capace di incidere sulla vertenza.
Come Filcams Cgil siamo ancora più preoccupati, per l’evolversi giornaliere delle situazioni, con i sindaci che sembrano abbandonare la barca che affonda senza nemmeno tentare di rimediare ad un loro e che non ostante le bacchettate di Pugliano siano rimasti in silenzio senza replicare. Siamo ancora di più preoccupati, perché quella scellerata scelta d’internalizzare il servizio che già il “modello Gioia Tauro” rappresenta, sarà a quanto sappiamo adottata da altri Comuni, lasciando a casa molti padri di famiglia. Ed ancora più preoccupante il fatto che, i Sindaci del nostro territorio dovrebbero sapere bene di cosa stiamo parlando, ed invece sembra che non se ne rendino proprio conto, basta pensare ai nuovi bandi di gara per l’affidamento del servizio, come nel caso di Taurianova che ha pensato bene di non inserire nel nuovo bando il costo del personale e l’elenco dei lavoratori già presenti nell’appalto (art.6 ccnl), decidendo di fatto di licenziare i lavoratori. Ed allora che siano i lavoratori, le famiglie ed i cittadini tutti a licenziare questo brutto modo di fare politca, che sta arrecando solo danni ai lavoratori ed alle famiglie del nostro territorio.
Come Filcams Cgil attiveremo nei prossimi giorni tutti gli strumenti necessari ed utili per recupere nel breve tempo le spettanze dovute ai lavoratori e siamo ancora convinti che l’unico modo per uscire da questa crisi, sia quella di creare nel minor tempo possibile il nuovo consorzio, in grado di garantire l’occupazione esistente e di dare anche nuove prospettive di lavoro, ed inoltre sosteniamo la legittimità del pagamento diretto dei comuni nei confronti dei lavoratori, VISTO il D.P.R. 5-10-2010 n. 207 “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”, il quale all’art. 5, prevede che le Pubbliche Amministrazioni appaltatrici possono pagare anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’esecutore del contratto, sul quale i Comuni hanno fatto fino ad oggi orecchie da mercante.
Per queste ragioni nei prossimi giorni sosterremo insieme ai lavoratori diverse forme di mobilitazione di lotta e di protesa, al fine di trovare delle soluzioni adeguate al problema.
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