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Con una nuova mossa, le Assobalneari regionali e la Federazione Nazionale dei Balneari, scavalcano il Governo chiedendo al’UE, per mezzo di una petizione, di far rispettare le leggi 494/ 93 e 296/2006 e la normativa statale e regionale che gia’ disciplinano il comparto imprenditoriale turistico balneare. Tra le proposte: rinnovo per 30 anni in relazione agli investimenti, evidenza pubblica per il restante 65 % delle coste italiane e allineamento dell’Iva al 10 %.
Alle forze politiche : “Si salvaguardino e tutelino i diritti acquisiti dalle strutture esistenti”.
E ’appena terminato l’appuntamento annuale di Balnearia 2013. Un validissimo momento di incontri, afferma il Presidente Vito Marra di Assobalneari Calabria, approfondimenti e confronti sulle problematiche inerenti la gestione delle funzioni amministrative del Demanio Marittimo con finalita’ turistico-ricreativo e su tutte le materie che ruotano intorno ad esso.
Tematiche di estrema rilevanza che ogni anno si ripetono in terra Toscana in prossimita’ dell’apertura della stagione turistica e che vedono coinvolti associazioni di categoria, operatori del settore, amministratori, interlocutori istituzionali e forze politiche di ogni fazione. Si e’ tenuta nella Sala Stampa di Carrara Fiere la Conferenza Stampa dal titolo “ Una petizione per l’Europa” che FederBalneari Italia ha deciso di convocare per porre al centro del dibattito i rapporti del Governo italiano con l’UE, ed il futuro delle imprese balneari, rimandato al 2020.
Tale incontro è da considerarsi occasione importante per il confronto e l’analisi delle problematiche del comparto turistico balneare che, secondo la Federazione Nazionale dei Balneari, non si possono risolvere chiedendo al Governo di uscire dalla Direttiva Bolkestein, ovvero non applicare l’art. 12 della Direttiva n. 2006/123/CE.
La soluzione che FederBalneari Italia ha presentato ai media , in concertazione con le Assobalneari regionali, continua Vito Marra, sintetizza le istanze degli imprenditori balneari in funzione della politica europea di liberalizzazione e delle richieste di Bruxelles: far partire le procedure di evidenza pubblica fin da subito solo per le aree non in concessione, e valorizzare, invece, il sistema di imprese che già sono sul mercato, permettendo loro di investire e restare competitive, con dei business plan da completare entro il 2015.
Ma c’e’ anche un’altra strada per salvare il comparto turistico balneare : il Governo italiano deve chiedere all’UE di far rispettare le leggi l494/ 93 e 296/2006 per mezzo di una petizione che potrebbe far tornare la stessa Italia in infrazione, qualora non dovesse rispettare le norme in vigore.
Non possiamo aspettare che il Governo, ancora non formato, vada a rappresentare in Europa gli interessi degli imprenditori balneari, ci andremo direttamente noi, con lo strumento della petizione.– spiega il Presidente di Assobalneari Calabria Vito Marra. L’Unione Europa, infatti, evidentemente non e’ a conoscenza del fatto che c’e’ gia’ una legge in Italia che disciplina il settore balneare rispettando i principi del libero mercato: L’art. 03, comma 4bis, della legge n. 494/1993, introdotto dall’art. 1, comma 253, della legge n. 296/2006, stabilisce: “le concessioni di cui al presente articolo possono avere durata superiore a sei anni e comunque non superiore a venti anni in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare e sulla base dei piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo predisposti dalle regioni”.
Questa legge – spiega il Presidente Vito Marra- si ispira all’art. 18 del regolamento del codice della navigazione, per questo chiediamo al Governo italiano di rispettare una legge che c’e’ da 50 anni e di applicare la Direttiva Bolkestein in funzione dei business plan e degli investimenti che verranno presentati.
Per questo Federbalneari Italia e le Assobalneari Regionali chiederanno all’Europa, con una petizione, di imporre al nostro paese di rispettare le leggi in vigore, altrimenti sara’ la stessa Italia a cadere, nell’arco di 6 mesi, nuovamente in procedura di infrazione.
C’e’ anche un’altra questione di fondamentale importanza per Federbalneari: l’allineamento dell’Iva al 10 %.
Il regime dell’IVA previsto a livello nazionale, infatti, costituisce quanto meno un’anomalia, se non addirittura una contraddizione, poiché invece di garantire competitività al settore, ne colpisce la crescita.
A differenza, infatti, afferma Vito Marra,degli altri segmenti imprenditoriali coinvolti nella filiera turistica (alberghi, campeggi, villaggi turistici, pubblici esercizi, eccetera) che scontano un’aliquota IVA del 10 per cento, il comparto balneare viene assoggettato all’aliquota ordinaria, pari al 21 per cento.
Un principio che appare discriminante, sostiene ancora Marra, nel momento in cui la stessa normativa di regolamentazione del settore turistico (Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo di cui al decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79) ha riconosciuto l’azienda balneare quale impresa turistica a tutti gli effetti.
Gli imprenditori turistici balneari e le Organizzazioni di categoria presentano proposte per dare futuro alla categoria.
Tutte le assemblee nell’ambito di Balnearia a Carrara Fiere hanno riscosso un enorme successo di partecipazione con motivatissimi relatori, tra questi addetti del settore e politici di rilievo nazionale e comunitario. In questo ambito è stato anche annunciato un incontro a Bruxelles per il prossimo 12 marzo. Gli imprenditori sono pronti a partecipare con le loro idee alla riorganizzazione del settore.
Con grande partecipazione, nelle sale convegni Bernini e Canova unite e stracolme, si è svolta a CarraraFiere, nell’ambito di Balnearia 2013, la quarta edizione dell’assemblea “Onda D’Urto”, organizzata da Movimento Balneare, Mondo Balneare, Comitato Salvataggio Imprese e Turismo Italiano, Donnedamare e associazioni di categoria per un confronto con il mondo della politica delle pubbliche amministrazioni , le istituzioni e i movimenti sul futuro delle imprese balneari italiane.
È stato un confronto ampio, a parere di Vito Marra, che ha visto prendere la parola da parte di parlamentari europei e italiani, sindaci, tecnici ed esponenti del mondo accademico oltre che, ovviamente della balneazione, provenienti da tutta Italia.
Una dimostrazione di grande coesione e di unità d’intenti da parte della categoria e di “Onda D’Urto” che si oppone con fermezza, ormai da anni, alle “evidenze pubbliche” (aste) che, come è stato detto in apertura dal presidente del Comitato Salvataggio imprese turismo italiano, Emiliano Favilla, “porteranno la categoria alla distruzione come sta già avvenendo purtroppo per molte aziende dell’indotto colpite per prime da una situazione di incertezza che si protrae da troppo tempo”.
Assieme all’assessore regionale al turismo e alle fiere, Cristina Scaletti, hanno partecipato all’iniziativa numerosi esponenti della politica: dagli europarlamentari Magdi Allam e Claudio Morganti, alla senatrice Manuela Granaiola all’onorevole Deborah Bergamini alle neo elette senatrici Sara Paglini e Laura Bottici, oltre al presidente dell’UPI Angelo Vaccarezza e al delegato nazionale ANCI al demanio marittimo Luciano Monticelli, che hanno ascoltato prima di tutto con grande attenzione le riflessioni e le rivendicazioni della categoria i cui esponenti hanno illustrato, con dovizia di particolari, il testo unico messo a punto dal professor Alessandro del Dotto nel quale viene indicata con chiarezza la soluzione tecnica individuata per escludere le imprese del comparto dalle “Aste” (che nel linguaggio burocratico vengono definite “evidenze pubbliche”).
Il testo unico prevede che, per le spiagge, possano essere rilasciate autorizzazioni di durata pluriennale alla cui scadenza sia previsto un rinnovo per il concessionario già titolare in presenza di precisi requisiti fra i quali azioni specifiche di tutela dell’ambiente e il pieno rispetto delle leggi vigenti.
Nel corso dei lavori è stato annunciato l’incontro ufficiale che si terrà a Bruxelles fra il commissario Europeo al mercato interno Michel Barnier e alcuni europarlamentari italiani che saranno impegnati a rappresentare i problemi delle imprese italiane che vivono una situazione di incertezza che non consente di stare sui mercati alla pari con gli altri operatori europei.
“Per favorire una soluzione concreta e condivisa gli attuali concessionari italiani – afferma Vito Marra – siamo pronti tutti a partecipare da protagonisti, con le nostre idee e proposte, ad una eventuale riorganizzazione del Progetto Turismo Italia che dovrà creare uno scenario completamente nuovo per l’offerta turistica italiana”. Nel corso degli interventi alcuni esponenti della categoria si sono ribadite richieste e soluzioni tecniche che possono portare al salvataggio del settore senza infrangere le regole dell’Europa.
Gli imprenditori turistici per continuare a condividere quotidianamente informazioni e posizioni comuni in attesa di una nuova assemblea si sono dati appuntamento sul web mentre l’impegno degli organizzatori è stato quello di ripetere il raduno in occasione di Balnearia 2014 confidando in un panorama ben più positivo di quello con il quale devono confrontarsi attualmente.
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