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di Francesco Iriti
Conclusa la V edizione del “Pentedattilo Film Festival”, concorso internazionale di cortometraggi che si svolge ogni anno nel borgo antico di Pentedattilo (RC), rinomata meta del turismo calabrese e patrimonio di bellezza dell’Unione Europea. Quattro giorni di proiezioni, ospiti e incontri per l’evento organizzato dalla Ram Film. In più, il seminario intensivo tenuto da due prestigiosi sceneggiatori: Massimo Gaudioso (autore di “Gomorra” e “L’imbalsamatore”) e Lara Fremder (“Garage Olimpo” e “Blue Sofa” tra i sui lavori).
Membri entrambi della giuria della sezione Territorio in Movimento, assieme a Marco Manetti, regista del duo Manetti Bros. Alla fine, il verdetto atteso della giuria. Per la sezione Territorio in movimento ha vinto un corto inglese, “Transit” di Chris Roche. Secondo e terzo premio per “Tutto per te” di Toma Waszarow (Bulgaria) e “Una scatola di bottoni” di Marìa Reyes Arias (Spagna). Ha vinto la sezione Documentari “Unerthing the pen” di Carol Salter (Inghilterra). Segnalazione speciale per “I colori della memoria” di Maurizio Marzolla (Italia). Ex-aequo per la sezione Corto donna tra “Cocculinelidae” di Geraldine Frery (Francia) e “5 Recuerdos” di Oriana Alcaine e Alejandra Màrquez (Spagna). Infine, nella sezione Corto Giovani ha vinto un italiano: “Xie Zi” di Giuseppe Marco Albano (Italia).
A Pentedattilo, da registrare anche l’arrivo a sorpresa di Daniele Ciprì che ha avuto parole di elogio per la manifestazione: “Da festival come questo – ha detto- possono nascere i nuovi talenti del cinema. Se sono qui non è per caso: so che dentro il Pentedattilo Film Festival coesistono idee, talenti, fatiche. Insomma: qui viene fuori il lato qualitativo di un mestiere non semplice che naviga dentro questi corti; e non parlo soltanto dei vincitori”. I corti in programma non hanno quindi deluso le aspettative. Ne sono arrivati oltre 600 da tutti e cinque i continenti, 150 quelli selezionati in concorso e fuori concorso nelle varie sezioni. Molti cortometraggi e autori sono stati finalisti e vincitori negli ultimi due anni dei maggiori festival cinematografici internazionali come Berlino, Cannes, Torino, Locarno, Venezia, Palm Springs. Si sono alternate così produzioni più costose ad altre realizzate con budget molto bassi da giovani filmakers ma sempre con un’attenzione particolare da parte dell’organizzazione della Ram Film alla qualità. “Ho riscontrato in questo Festival un livello molto alto- ha confermato Lara Fremder – ho visto delle cose veramente di valore. Un paese bellissimo, un festival fatto bene in una situazione unica. La cosa che mi ha colpita è l’alto numero di cortometraggi di qualità: davvero elevato. Merito dell’ottimo lavoro di selezione attuato in fase di preparazione. Il Pentedattilo Film Festival si distingue soprattutto per questo”. “Questo festival è una cosa molto importante non solo per i giovani autori ma anche per la Calabria- ha confermato Massimo Gaudioso- è un evento internazionale e penso che chi viene qui non può fare a meno di innamorarsi di questo posto”. “Mi candido a essere veterano di questo festival” ha scherzato Marco Manetti, molto colpito dall’evento e dal luogo.
Un bilancio, quindi, più che positivo. Anche quest’anno il Pentedattilo Film Festival ha portato autori e registi da tutto il mondo in un borgo antico della Calabria, un paese abbandonato pieno di storie e leggende, definito per questo “fantasma”, confermandosi, quindi, punto di riferimento per un grande e crescente bacino di pubblico non solo dell’Italia meridionale ma internazionale.
Queste le motivazioni delle giurie:
SEZIONE TERRITORIO IN MOVIMENTO
Primo premio:
“Transit” di Chris Roche (Inghilterra).
Per la capacità di raccontare in modo essenziale ma profondo la scoperta da parte di un bambino del mondo degli adulti in un incontro drammatico e colmo di sguardi ed emozioni.
Secondo premio:
“Tutto per te” di Toma Waszarow (Bulgaria).
Un racconto cinematografico che è un salto nel tempo, un tempo presente popolato di personaggi solo apparentemente fantastici ma profondamente umani.
Terzo premio:
“Una scatola di bottoni” di Maria Reyes Arias (Spagna).
Per la delicatezza e discrezione del racconto e la poetica della narrazione visiva su un tema quello della povertà particolarmente difficile da trattare.
SEZIONE DOCUMENTARI
Premio miglior documentario:
“Unerthing the pen” di Carol Salter (Inghilterra).
Perché dimostra che nel mondo moderno il potere della “penna” è importantissimo e può denunciare problemi vecchi e nuovi dei paesi in via di sviluppo. Inoltre, dimostra che questo potere è tenuto ben saldo dai paesi ricchi del mondo, infatti un giovane pastore africano intuisce che per migliorare il suo stato sociale deve avvicinarsi al potere della penna ma si rende conto che il sapere costa e a lui non è consentito perché non ha i soldi. C’è qualcuno che gli impedisce di crescere: l’Occidente ricco.
Segnalazione:
“I colori della memoria” di Maurizio Marzolla (Italia)
Il documentario vuole focalizzare alcuni aspetti dell’immigrazione, di gente che fugge da miseria e guerre e di una Calabria democratica che la accoglie perché è una terra ospitale, perché non ha paura del diverso come non ha paura della ‘ndrangheta. Così, nella regione dei tragici fatti di Rosarno, il paese di Riace ha dimostrato di non aver paura degli immigrati. Questa è la Calabria che ha voltato pagina e che bisogna imitare perché questa regione è già in Europa. L’autore l’ha intuito e per questo ha sposato questa idea.
SEZIONE CORTO DONNA
Premio Corto Donna ex–aequo a
“Cocculinelidae” di Geraldine Frery (Francia)
Per la raffinatezza stilistica che esalta la cura dei dettagli, in particolar modo la scenografia, in una scrittura originale e una interpretazione precisa e puntigliosa.
“5 Recuerdos” di Oriana Alcaine e Alejandra Màrquez (Spagna)
Per uno sguardo che, evocando con levità e leggerezza il percorso reale e immaginifico della memoria, ci conduce per stratificazione in un racconto in cui tutti si possono riconoscere.
CORTO GIOVANI
Vince la sezione Corto Giovani:
“Xie Zi” di Giuseppe Marco Albano (Italia 2010)
Per la storia poetica raccontata con abile scelta delle inquadrature che, attraverso un’ottima interpretazione del piccolo protagonista, ci immerge in uno dei drammi sociali del nuovissimo millenni0
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