Pentedattilo (Rc), successo di pubblico per l’ultima serata della quarta edizione

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iv pentedattilo film festival

Ultima giornata del Pentedattilo Film Festival. Borgo stracolmo di pubblico, tra premi e qualche momento di commozione

L’ultima giornata del Pentedattilo Film Festival ha suggellato quattro giorni pieni d’emozioni ed eventi a detta di tutti da non dimenticare. Gli appuntamenti hanno preso il via con la fase finale del seminario di sceneggiatura diretto da Lara Fremder e Massimo Gaudioso. “Un’esperienza che ci ha segnato profondamente”, è il commento unanime dei partecipanti, un gruppo di studio eterogeneo composto da filmakers ma anche da giovani appassionati.

Dopo la chiusura dei seminari, terminati con qualche attimo di commozione, lungo la scalinata Santa Barbara è partito l’appuntamento con “Libri in pillole”. Protagonista “Terra”, di Marco Gigliotti ed Emanuele Milasi. E proprio quest’ultimo ha illustrato l’idea attorno alla quale è nato il libro, una raccolta di racconti legati alla Calabria. “La nostra è una terra che prende più di quel che dà – la considerazione un po’ amara di Emanuele Milasi, stimolato dalle domande della giornalista Katia Colica – perché quello che diventeremo lo diventeremo altrove”.

E sono le armonie di Carmelo Coglitore e Giampiero Todaro a sottolineare alcuni passi del libro, arricchendo di magia la già suggestiva lettura da parte dell’attore Maurizio Spicuzza. Le strade del piccolo borgo, intanto, sono già gremite di gente, e presso le casette prendono il via le seguitissime proiezioni dei cortometraggi. La scalinata Santa Barbara è teatro, ora, del consueto incontro con gli autori finalisti: l’appuntamento Parole ai Corti, infatti, resta un momento attesissimo. La prima autrice è Geraldine Frery, attrice e regista francese di “Cocculinelidae”, in gara nella sezione Corto Donna. La storia è di una coppia che, avendo affittato la propria casa, vive in garage.

La Frery, che in serata sarà annunciata vincitrice ex-aequo del premio “Corto Donna”, anticipa di stare lavorando a un secondo corto, anch’esso dal tema molto toccante ma che sarà girato con molta più facilità poiché supportato da maggiori finanziamenti. Subito dopo un’altra ospite straniera si racconta al vasto pubblico: è Marìa Reyes Arias, regista e sceneggiatrice spagnola selezionata per la sezione Territorio in Movimento (vincerà in serata il terzo premio). Il suo è un corto ricco all’insegna dell’emotività: una bambina costretta a fare i conti con la povertà del padre che non si può permettere i regali di Natale. “Questa volta ho scelto di dirigere ciò che ho scritto – rivela l’autrice – perché sentivo l’esigenza di raccontare il mio mondo interiore”.

È la volta di due giovani partecipanti a Corto giovani, Filippo Filetti e Fabio Cotta, promettenti autori napoletani coautori di “Ultimo capitolo”, una visione ironica e originale dei classici americani anni quaranta: “L’opera nasce come spettacolo teatrale. Il corto proposto è una sorta di test del prodotto: il nostro obiettivo è trasformarlo in lungometraggio. Siamo molto soddisfati di aver conosciuto questo festival- hanno detto gli autori- che non è solo fatto di proiezioni ma di momenti veri di incontro e crescita con gente del calibro di Lara Fremder e Massimo Gaudioso e con altri giovani autori come noi”. Dopo “Parole ai corti”,  un’appendice dedicata ai festival gemellati: presenti a Pentedattilo sono Stefano Cacciaguerra ed Enzalba Messina, direttori artistici dei festival siciliani “Shortini” di Augusta ed Efebo Corto di Selinunte. “La rete di festival che, comunque, vogliamo allargare – spiega Maria Milasi, coordinatrice artistica del festival –  è fonte di crescita e arricchimento per tutto il settore”. E in quest’atmosfera di festa sulle note di Carmelo Coglitore e Giampiero Todaro, il numerosissimo pubblico ha atteso con ansia, in una chiesa di SS. Pietro e Paolo stracolma, il verdetto finale della giuria. “Un festival – hanno concluso le coordinatrici Maria Milasi e Kristina Mravcova- in cui avete potuto vedere cortometraggi che difficilmente si possono vedere in televisione”.

Alta la qualità, come hanno sottolineato i giurati chiamati a premiare i vincitori. “Siamo stati molto contenti di sentire come questo festival sia percepito come qualcosa che può dare veramente alla cultura” ha concluso Emanuele Milasi, direttore artistico. Da Americo Melchionda, direttore organizzativo, parte invece una proposta: “Vorrei che tutti i piccoli festival si unissero e che chi di dovere incentivasse anche le grandi produzioni, non solo le piccole, a valorizzare i nostri luoghi. Da qui può nascere il nuovo cinema, il territorio è in movimento, si sta svegliando. Facciamo insieme un grande seminario unendo le nostre forze”.

Una conclusione del festival che ha visto tutti d’accordo e anche con un po’ di commozione, riassunta bene dalle parole della sceneggiatrice Lara Fremder, a Pentedattilo per la prima volta: “Un paese bellissimo, un festival fatto bene da persone eccezionali in una situazione unica. Ho visto tanti film di grandissima qualità, sono stati veramente una continua scoperta. Spero che festival come questo possano veramente aiutare il mondo dei cortometraggi”. Tutto in una dimensione internazionale ma a misura d’uomo, sempre badando alla qualità, alla interazione tra pubblico, addetti ai lavori e giovani promesse da tanti paesi stranieri. Emozione palpabile per la conclusione della V edizione e tanti propositi da parte di tutti di tornare, incantati dal festival e dal borgo antico. Anche questo è il Pentedattilo Film Festival.

I Premiati della V edizione con le motivazioni delle giurie:

SEZIONE TERRITORIO IN MOVIMENTO

Primo premio:

“Transit” di Chris Roche (Inghilterra).

Per la capacità di raccontare in modo essenziale ma profondo la scoperta da parte di un bambino del mondo degli adulti in un incontro drammatico e colmo di sguardi ed emozioni.

Secondo premio:

“Tutto per te” di Toma Waszarow (Bulgaria).

Un racconto cinematografico che è un salto nel tempo, un tempo presente popolato di personaggi solo apparentemente fantastici ma profondamente umani.

Terzo premio:

“Una scatola di bottoni” di Maria Reyes Arias (Spagna).

Per la delicatezza e discrezione del racconto e la poetica della narrazione visiva  su un tema quello della povertà particolarmente difficile da trattare.

SEZIONE DOCUMENTARI

Premio miglior documentario:

“Unerthing the pen” di Carol Salter (Inghilterra).

Perché dimostra che nel mondo moderno il potere della “penna” è importantissimo e può denunciare problemi vecchi e nuovi dei paesi in via di sviluppo. Inoltre, dimostra che questo potere è tenuto ben saldo dai paesi ricchi del mondo, infatti un giovane pastore africano intuisce che per migliorare il suo stato sociale deve avvicinarsi al potere della penna ma si rende conto che il sapere costa e a lui non è consentito perché non ha i soldi. C’è qualcuno che gli impedisce di crescere: l’Occidente ricco.

Segnalazione:

“I colori della memoria” di Maurizio Marzolla (Italia)

Il documentario vuole focalizzare alcuni aspetti dell’immigrazione, di gente che fugge da miseria e guerre e di una Calabria democratica che la accoglie perché è una terra ospitale, perché non ha paura del diverso come non ha paura della ‘ndrangheta. Così, nella regione dei tragici fatti di Rosarno, il paese di Riace ha dimostrato di non aver paura degli immigrati. Questa è la Calabria che ha voltato pagina e che bisogna imitare perché questa regione è già in Europa. L’autore l’ha intuito e per questo ha sposato questa idea.

SEZIONE  CORTO DONNA

Premio Corto Donna Ex – Aequo a

“Cocculinelidae” di Geraldine Frery (Francia)

Per la raffinatezza stilistica che esalta la cura dei dettagli,in particolar modo la scenografia, in una scrittura originale e una interpretazione precisa e puntigliosa.

“5 Recuerdos” di Oriana Alcaine e Alejandra Màrquez (Spagna)

Per uno sguardo che, evocando con levità e leggerezza il percorso reale e immaginifico della memoria, ci conduce per stratificazione in un racconto in cui tutti si possono riconoscere.

CORTO GIOVANI

Vince la sezione Corto Giovani:

“Xie Zi” di Giuseppe Marco Albano (Italia 2010)

Per la storia poetica raccontata con abile scelta delle inquadrature che, attraverso un’ottima interpretazione del piccolo protagonista, ci immerge in uno dei drammi sociali del nuovissimo millennio.

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