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E’ terminata la prima settimana dei Campi del Sole. Il primo gruppo dei ragazzi ha fatto rientro a casa lasciando spazio al secondo gruppo che ha iniziato ieri la seconda settimana di lavoro.
L’ultimo giornata è stata dedicata all’incontro con Salvatore Mafrici del coordinamento reggino di Libera ed a molte discussioni quali il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati e il consumo critico, con la recente iniziativa di ReggioLiberaReggio.
Un obiettivo importante visto che i giovani da lunedì hanno lavorato sul terreno confiscato di Villa Placanica. Il riutilizzo di questi beni a fini sociali, la loro restituzione alla collettività è da sempre uno degli ambiti di attività di Libera, che ha iniziato la sua attività nel 1995 promuovendo la raccolta di firme per l’approvazione della legge 109/96 per la confisca dei beni ai mafiosi e il loro riutilizzo a fini sociali. Libera inoltre è attiva direttamente nella gestione di beni confiscati tramite alcune cooperative e organizza campi di volontariato con modalità e fini molto simili a quelli che si stanno svolgendo a Pentedattilo.
Salvatore Mafrici ha raccontato, inoltre, la nascita dell’iniziativa “ReggioLiberaReggio, la libertà non ha pizzo” che vede impegnato il coordinamento reggino sul tema della lotta al racket. La creazione di ReggioLiberaReggio è stata dettata dalle esigenze del territorio, a partire dalle testimonianze degli imprenditori che per primi hanno deciso di ribellarsi a chi chiedeva loro il pizzo e si sono spesso sentiti soli nell’affrontare questa battaglia.
Gli stessi ragazzi si sono sentiti vicini all’iniziativa in quanto è stata sondata la possibilità di promuovere una campagna di consumo critico a livello nazionale, per consentire loro di fare i propri acquisti in maniera consapevole. La richiesta dei ragazzi non può che essere un auspicio per il moltiplicarsi di iniziative del genere, difficili da attuare a livello nazionale in quanto hanno un carattere marcatamente territoriale.
L’ultimo giorno di Campo è stato imperniato su una giornata di verifica di ciò che è stato fatto ed è il momento in cui si riparte, prendendo spunto dalle riflessioni dei volontari.
I ragazzi hanno espresso un giudizio positivo sull’esperienza, perché ha consentito a giovani provenienti da percorsi diversi di incontrarsi ed interagire. Particolare soddisfazione è stata espressa anche per la partecipazione degli ospiti che hanno saputo conversare con i ragazzi in un contesto informale e non istituzionalizzato. Tra le note negative dell’esperienza palesata dai giovani la mancanza di contatto con le persone del posto, l’assenza di momenti di incontro che potessero coinvolgere anche la popolazione di Melito. Forse in occasione dei prossimi campi si potrà accogliere questo suggerimento, nella speranza che l’entusiasmo e la voglia di fare, di costruire cittadinanza, dimostrata dai giovani volontari trovi la migliore accoglienza possibile da parte i melitesi.
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