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La rivolta dei pendolari contro il taglio dei servizi e il caro tariffe. Anche quest’anno Legambiente si mobilita con Pendolaria 2012 e con decine di blitz in tutt’Italia rilancia la vertenza dei trasporti. Il quadro è impietoso: vagoni e binari fatiscenti, taglio delle corse e addirittura di intere linee, sovraffollamento, aumento dei prezzi e disservizi continui che danneggiano in particolare i viaggiatori che ogni giorno di spostano per lavorare o studiare. Anche in Calabria il via alla protesta: si parte oggi 19 dicembre dalle ore 12 e fino alle 15 con un simbolico presidio sul Lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, nei pressi della stazione Lido.
Gli ambientalisti criticano le politiche nazionali dei trasporti dell’ultimo decennio, che hanno privilegiato gli investimenti sulle autostrade penalizzando le ferrovie. Un trend seguito anche a livello locale: tra il 2003 e il 2012 nello Stivale l’ente regionale ha suddiviso al 50% tra gomma e ferro le risorse disponibili per le infrastrutture (circa 12 milioni di euro).
Un trend che nell’ultimo triennio è diventato drammatico a causa dei tagli delle risorse alle Regioni, e di conseguenza ai trasporti locali: nel 2012 in Calabria è stato stanziato solo lo 0,03% del bilancio.
Un dato su tutti evidenzia la negativa gestione delle risorse sul territorio: nel periodo 2001-2012 sono stati stanziati in servizi ferroviari aggiuntivi sono 15 euro per abitante.
Nella nostra Regione si è assistito a un insostenibile impoverimento del servizio con tagli del 10%, con una media di 230 soppressioni di corse al mese (senza alcuna penale in capo all’ente gestore poiché non previste dai contratti di servizi), che con ogni evidenza rendono impossibile poter contare sul treno come mezzo di trasporto locale. Eppure, a fronte di 1.090 km di rete ferrata, sono 26.000 (di cui 15.600 abbonati) i viaggiatori che ogni giorno utilizzano i mezzi di Trenitalia e Ferrovie della Calabria. Chi tra questi volesse compiere il tragitto Cosenza-Crotone impiegherebbe circa 2 ore e 40 minuti, con un cambio, per percorrere i 115 chilometri che separano i due capoluoghi. Anche per ciò che riguarda il servizio interregionale la situazione è pessima: mancano gli accordi e si assiste, ad esempio, alla cancellazione della linea Sibari-Taranto.
Tra le situazioni estreme è da segnalare quella dello Stretto. Le disfunzioni croniche dei servizi rendono impossibile la vita ai pendolari, che risentono fortemente della carenza del servizio diretto di traghetti tra Messina e Reggio Calabria, tra l’altro potenziabile con costi molto limitati. Uno dei comitati dei pendolari più attivo e arrabbiato è proprio quello dello Stretto.
Legambiente Calabria chiede la realizzazione di una vera “autostrada del mare dello Stretto”. Il servizio attuale gestito dal Consorzio Metromare dello Stretto (costituito da RFI spa e Ustica Lines spa) è sovvenzionato con soldi pubblici mediante un contratto di servizio, stipulato tra Metromare e ministero dei Trasporti. Tale contratto, recentemente prorogato fino a giugno 2016, oltre che esoso per gli utenti, necessita di un miglioramento nella qualità e nel potenziamento delle corse. Nell’ottica dell’area metropolitana, sarebbe utile l’applicazione di una tariffa attraverso un biglietto unico per l’utilizzo dei bus del trasporto urbano e degli aliscafi, un’idea realizzabile con il contributo delle due Regioni coinvolte, a cui si chiede di rilanciare i collegamenti sullo Stretto anche con l’acquisto di due nuovi aliscafi.
Così come evidenziato nel rapporto Pendolaria 2012 un altro intervento da rilanciare è quello del treno Tamburello che al momento non viene più effettuato. Si tratta del collegamento Melito di Porto Salvo-Reggio Calabria-Rosarno, una linea ferroviaria vantaggiosa per i pendolari perché espleta un servizio di metropolitana di superficie, introdotto per diminuire i disagi causati dai lavori sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria che, come è noto, non è ancora terminata, mentre dal dicembre del 2010 il servizio non è più stato finanziato dal ministero dei Trasporti, che ha cancellato le risorse necessarie. La Regione Calabria, nell’ambito del servizio ferroviario regionale, ha deciso lo scorso anno di finanziare e garantire la presenza di questo treno indipendentemente dai lavori autostradali salvo poi ripensarci per il 2012.
Per quanto concerne i treni a lunga percorrenza che, oltre ai tagli delle corse, scontano ritardi strutturali che allontanano sempre più la Calabria dal resto del Paese. Ad esempio, è stato calcolato che, ammodernando lalinea Salerno-Reggio Calabria con una spesa di 270 milioni, sarebbe possibile ridurre il tempo di percorrenza tra lo Stretto e Roma a 4 ore e 32 minuti.
“In Calabria tra il 2010 ed 2011 – si legge ancora nel rapporto – sono stati soppressi 4 Intercity notturni e addirittura 12 treni Espressi che permettevano, con un costo contenuto, di collegare questa regione sia con la Sicilia sia con Roma. Solo nell’ultimo anno sono stati tagliati gli Espressi diretti a Torino, Milano, Venezia e Bolzano, mentre nel 2012 i tagli più gravi hanno riguardato la linea Jonica. In quest’ultimo caso oltre alla mancanza ormai di passaggio dei treni, con un solo treno al giorno tra Metaponto e Reggio Calabria (ed un cambio a Catanzaro Lido), si assiste anche alla chiusura di biglietterie di stazioni importanti come Sibari e Crotone”.
A indicare lo stato disastroso delle stazioni è il caso dello scalo ferroviario Lamezia Terme-Sambiase: binari invasi dalle erbacce, cedimento di intonaco da parte del corpo centrale dell’edificio, bagni fatiscenti. Una stazione che invece dovrebbe essere fondamentale per il territorio in vista del progetto di metropolitana leggera, più volte annunciata e mai realizzata.
“Le priorità su cui chiamiamo Governo e Regione Calabria a intervenire – dichiara Giuseppe Toscano, direttore di Legambiente Calabria – riguardano in particolare la riqualificazione dell’intera linea ionica e del parco vagoni. Occorre poi potenziare il servizio sulle linee pendolari: attualmente gli abbonati alla rete regionale viaggiano su linee scadenti, con convogli vecchi e spesso con un numero insufficiente di carrozze, senza dimenticare che la cadenza “migliore” è di oltre 30 minuti. Per raggiungere tali obiettivi è dunque necessario procedere all’acquisto di nuovi treni”.
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