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Eseguite una ventina di perquisizioni domiciliari dalla Polizia di Stato in sedici città italiane nell’ambito di un’inchiesta atta a contrastare la pornografia minorile. Le città coinvolte nel Focus sono state Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria, Potenza, Avellino, Roma, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Torino, Cuneo, Treviso e Venezia.
I soggetti rintracciati adescavano minorenni su Internet convincendole a realizzare immagini ‘intime’ che poi venivano divulgate attraverso la piattaforma di messaggistica gratuita WhatsApp. La ‘rete’ era collaudata ed estesa, tanto da coinvolgere 20 indagati residenti in 16 città italiane.
L’indagine è nata da una scoperta effettuata della polizia postale di Catania che ha avviato le indagini dopo la denuncia di alcuni genitori, che in prima istanza si erano rivolti all’associazione Meter, di una sedicenne, che è stata anche minacciata e ricattata, ma che si è confidata con i suoi.
Dopo l’esposto, le Procure Distrettuale e quella per i Minorenni di Catania hanno disposto perquisizioni domiciliari in 16 città, eseguite dalla polizia di Stato, nei confronti di 20 indagati per detenzione di immagini di pornografia minorile. Le indagini informatiche hanno consentito di ricostruire le chat e gli invii compiuti dalla minorenne, identificando tutti i ‘richiedenti’.
Le prime attività svolte nel corso delle perquisizioni da parte del personale specializzato della polizia di Stato hanno confermato la detenzione delle immagini della sedicenne. Alcuni degli indagati avevano anche altre foto di minorenni, anche loro verosimilmente adescate on-line.
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