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Riceviamo e pubblichiamo:
Lo scrittore Erri De Luca è stato giustamente assolto dall’assurda accusa di istigazione al sabotaggio perché il fatto non sussiste.
La malconcia democrazia del nostro Paese ha avuto un sussulto di dignità cancellando la vergognosa accusa nei confronti di Erri De Luca basata su una legge del codice penale fascista, mai abrogata, che intendeva punire le parole e le opinioni espresse dallo scrittore in merito alla valorosa opposizione e resistenza che le popolazioni della Val di Susa stanno portando avanti contro la costruzione della devastante TAV.
Erri De Luca ha sostenuto, in articoli e interviste, il diritto dei cittadini a sabotare la TAV, esercitando, semplicemente, il suo sacrosanto diritto di parola e di opinione sancito e garantito dalla Costituzione repubblicana.
La sentenza del Tribunale di Torino ha evitato la consumazione di una profonda ingiustizia che avrebbe fatto tornare paurosamente indietro le lancette della storia democratica, nonché della civiltà giuridica e del diritto, nel nostro Paese.
In questi mesi, anche noi comunisti reggini e calabresi abbiamo dato il nostro piccolo sostegno alla causa di Erri De Luca che è stata la causa del fondamentale rispetto della libertà di parola e, quindi, della difesa della democrazia.
Con convinzione ed entusiasmo, abbiamo firmato e diffuso, a tutti i livelli, il bellissimo appello a suo favore denominato: “Io sto con Erri. Le parole non si processano, le parole si liberano”.
La piena assoluzione, perché il fatto non sussiste, di Erri De Luca è, pertanto, anche una vittoria nostra e di tutti coloro i quali credono nei “sacri” valori della libertà e della democrazia.
In tal senso, rendiamo pubblica il testo di una lettera che, qualche giorno fa, Erri ci ha inviato per ringraziarci del nostro contributo alla giusta causa.
Come si potrà leggere, il testo della missiva evidenzia ulteriormente l’enorme statura morale e la grandissima tensione civile dello scrittore Erri De Luca:
“Grazie a te Ivan e grazie ai compagni calabresi per il vostro sostegno. In questi due anni di incriminazione per un articolo del codice fascista mai abrogato, ho continuato a ripetere il buon diritto di usare il verbo sabotare.
Esso riassume l’effetto politico della resistenza esemplare dei cittadini della Val di Susa che in più di venti anni sono riusciti a inceppare in tutti i modi la mostruosa impresa di scavo. A tutt’oggi la linea TAV in Val di Susa e’ un vicolo cieco, grazie alla loro tenacia, unanimità, coraggio. Loro hanno finora sabotato l’opera e io sto al loro fianco non da portavoce, ma da strumento di amplificazione delle loro ragioni.
Il 19 ottobre in un’aula del tribunale di Torino si saprà se prevale l’articolo 21 della Costituzione Italiana che garantisce la più larga libertà di espressione o se prevale la riesumazione del codice fascista. Perciò considero quell’aula un privilegiato posto di osservazione sul futuro prossimo del nostro paese. Sarei presente anche se non fossi io lo scrittore incriminato, per responsabilità civile nei confronti delle parole contrarie”.
Erri De Luca
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