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Come da noioso copione, trito e ritrito, il PDL reggino, partito responsabile unico dello sfascio e della distruzione etica e finanziaria della città di Reggio Calabria, tenta, in modo confuso e disordinato, di fare “ammuina” per spostare l’attenzione dall’inequivocabile fallimento prodotto dal nefasto “modello Reggio”. Si cerca di polemizzare, – attraverso i consueti attacchi personali che, evidentemente, caratterizzano e rappresentano compiutamente chi li esprime, – sulla vergognosa applicazione della Tares assunta dai Commissari Straordinari per tentare di coprire parzialmente il default delle casse comunali provocato dal decennio delle giunte Scopelliti.
Questi personaggi mentono spudoratamente offendendo, ancora una volta, l’intelligenza dei reggini che, ormai, hanno capito, sulla loro pelle e sulle loro tasche, l’entità macroscopica del buco finanziario frutto delle amministrazioni di Scopelliti e del PDL.
Veniamo, al dunque.
Premesso che l’odiosa e indecente Tares è una tassa introdotta da un governo del paese che, a scanso di equivoci, è stato sostenuto e votato dal PDL e che, ancora per ulteriore chiarezza, la tassa medesima è stata formalmente votata sia nelle Commissioni che nel Parlamento dai deputati e dai senatori del PDL, è, francamente, stucchevole dovere leggere amenità e sciocchezze varie che, però, rifuggono dalla sostanza concreta della questione.
A Reggio Calabria i Commissari Straordinari, a nostro avviso sbagliando clamorosamente, hanno deliberato l’applicazione della Tares attuando aumenti enormi ed ingiustificati, solo ed esclusivamente, per tentare di dare respiro alle desolatamente vuote casse comunali ereditate dai dieci anni di gestione Scopelliti.
Negare questa evidenza è assolutamente inutile e puerile.
Anche rispetto alle giustificazioni “tecniche” che il PDL, in maniera balbettante, ha tentato di portare avanti, desideriamo evidenziare ai disattenti berlusconiani che i Comuni, nell’applicazione della Tares, non erano assolutamente obbligati ad aumentare gli importi rispetto alla precedente tassa denominata Tarsu. Vi sono, infatti, comuni virtuosi, nonché fulgido esempio di sana e corretta amministrazione, che alla Tares hanno applicato gli importi della vecchia Tarsu senza provocare alcuna macelleria sociale. Ci riferiamo al Comune di Polistena, la cui giovane e dinamica amministrazione a guida comunista ha scelto di non tartassare i cittadini, promuovendo una riforma del settore ed una razionalizzazione della spesa all’insegna dell’equità sociale.
Qui sorge spontanea una domanda: ma perché quello che si può fare a Polistena, comune di 12.000 abitanti, non si può fare tanto più a Reggio Calabria ?
Vi è, però, un altro aspetto fondamentale che il PDL fa finta di ignorare, vale a dire che da qui a qualche mese i cittadini reggini riceveranno una nuova bolletta della Tares relativa al conguaglio finale che sarà pari ad un ulteriore 30% che finirà nelle casse dello Stato; insomma, un nuovo salasso è dietro l’angolo e colpirà ulteriormente le famiglie reggine.
Pertanto, le sciocchezze del PDL sono soltanto un tentativo per distogliere l’attenzione su una scelta sbagliata effettuata dai Commissari che, invece, sembra essere condivisa dai berlusconiani, per coprire i disastri del famigerato “modello Reggio”.
Una scelta che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è il frutto avvelenato provocato da Scopelliti e dal suo “modello Reggio”: un putrido sistema di potere che ha causato la bancarotta del Comune di Reggio, primo comune capoluogo della storia repubblicana sciolto per infiltrazioni mafiose.
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