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La decisione di chiudere la Casa circondariale a custodia attenuata di Laureana di Borrello da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è una scelta miope ed incomprensibile.
Nella giornata di sabato scorso circa trenta detenuti sono stati improvvisamente trasferiti in altri carceri calabresi e fuori della Calabria, mentre il personale è stato ridislocato, senza interlocuzione alcuna, presso altri Istituti della regione.
Le motivazioni addotte a supporto di tale scelta non contengono alcun elemento di plausibilità o di fondata giustificazione.
La carenza di organici esistente negli Istituti di pena della nostra regione non può essere certo colmata attraverso la chiusura di una delle poche strutture di eccellenza esistenti nel panorama carcerario italiano.
L’Istituto di Laureana, difatti, è considerato unanimemente come una vera e propria eccellenza del sistema penitenziario italiano ed ha fornito nel corso di questi anni a decine di giovani detenuti nelle carceri calabresi l’opportunità di impegnarsi in un percorso di risocializzazione che li portasse fuori dai circuiti della criminalità organizzata.
Con l’interruzione di questa esperienza si lancia un pessimo messaggio e si mette in discussione il reale proposito di voler effettivamente investire sul recupero e l’inclusione lavorativa e sociale dei detenuti ed in particolare di quelli più giovani.
A fronte di un quadro della situazione carceraria italiana e calabrese caratterizzato da sovraffollamento, carenza di servizi e condizioni umane indicibili, l’esperienza modello di Laureana ha rappresentato in maniera efficace un esempio coerente di applicazione del dettato costituzionale, della pena intesa come momento di riabilitazione della persona.
Il Partito Democratico reggino chiede pertanto che venga riconsiderata tale decisione, venga riaperto l’Istituto di Laureana e con la riapertura possa essere rilanciato il progetto che ha consentito a tanti giovani di uscire dal tunnel della devianza e della ‘ndrangheta coltivando una rinnovata speranza di vita dentro le regole e nella legalità.
A tale scopo ha già impegnato i propri rappresentanti parlamentari nazionali affinché si facciano promotori di un intervento nei confronti del governo per la riapertura della Casa circondariale “Luigi Daga”, così da ripristinare un positivo percorso di rieducazione e risocializzazione dei detenuti e far rivivere nella Piana di Gioia Tauro un’esperienza modello qual è stata fin dalla sua creazione, nel 2004, quella di Laureana.
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