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Per programmare il futuro della città è necessario comprendere da dove dovremo ripartire.
Ancora a distanza di quasi due anni dall’ispezione del Ministero del Tesoro non è dato di conoscere l’ammontare del debito fuori bilancio del Comune. Sappiamo che le tardive e parziali ammissioni della giunta Arena hanno solo iniziato a disvelare il totale dei debiti che sono stati addossati ad ogni reggino per finanziare il modello Scopelliti.
Ai 170 milioni, base di partenza della relazione del Tesoro, vanno aggiunti i debiti non iscritti a bilancio, i residui attivi gonfiati, le previsioni irrealistiche con accertamenti inconsistenti ancora oggi presenti a bilancio, le delibere illegittime come quella sulla transazione del debito con la Regione per i servizi idrici (mai revocata), i decreti ingiuntivi non conteggiati e così via.
Attendiamo fiduciosi che i commissari che oggi amministrano il Comune possano finalmente fare chiarezza sulla reale situazione dei conti e dire quale è la cifra complessiva sulla base della quale ipotizzare il piano di riequilibrio pluriennale.
Oggi se è stato possibile pagare gli stipendi dei dipendenti ciò lo si deve all’emendamento De Sena che ha permesso al Comune di ricevere 20 milioni di euro per fronteggiare la gravissima crisi. L’altro emendamento, sempre a firma PD, ha consentito di modificare i requisiti per accedere al predissesto, poiché la normativa preesistente vedeva il Comune nell’impossibilità di tentare di presentare il piano.
Ma tornando alla necessità di conoscere finalmente la massa debitoria, è opportuno far conoscere anche l’entità dello sbilanciamento dei residui in conto capitale in quanto tale cifra, che ammonta a oltre 100 milioni di euro, ci dice quante risorse destinate alle opere pubbliche e perciò vincolate sono state usate per finanziare la spesa corrente e sarà necessario recuperare per rimettere in moto le opere e con esse l’economia cittadina. Opere interrotte, non iniziate per cui si sono spese le risorse che è necessario invece fare ripartire al più presto. Tutto ciò al netto della situazione ancora più disastrosa del Decreto Reggio che tuttavia peserà anch’essa sul Comune e quindi sui reggini.
Ci aspettiamo che i commissari dopo la prima fase di analisi, oltre che di impegnativo e complesso lavoro sulle mille emergenze ereditate, possano finalmente dire alla città a quanto ammonta il debito lasciato ai reggini dagli amministratori della destra, per finanziare cosa sia stato prodotto e chi ne ha beneficiato direttamente o indirettamente, lecitamente o illecitamente.
Dopo la bella pagina di democrazia e partecipazione dell’assemblea tenutasi all’auditorium Calipari, promossa da Reggio non tace, la città si aspetta dai commissari dati e cifre di verità su cui poter costruire il futuro.
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