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Il rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Reggio Calabria ed attuale Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, con la grave imputazione di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio, assieme agli ex tre revisori dei conti del comune, rappresenta di per sé un durissimo colpo che scuote dalle fondamenta il cosiddetto “Modello Reggio”, chiamando in causa la responsabilità di quanti nel passato e recentemente hanno colpevolmente operato per avvolgere Palazzo San Giorgio dentro l’ombra opaca delle nebbie nel disperato tentativo di impedire alla città di conoscere la verità sulle troppe vicende oscure addensatesi sull’attività amministrativa del comune.
Le accuse nei confronti degli imputati sono pesantissime e parlano di artifici contabili attraverso l’alterazione dei residui attivi, entrate fittizie per dimostrare liquidità inesistenti e occultamento del disavanzo di amministrazione che “avrebbero falsamente rappresentato nella contabilità dell’ente dati e circostanze determinando l’approvazione dei bilanci di previsione dell’ente per gli anni 2008 e 2009 nonché quella del rendiconto di gestione per l’anno 2008”.
Per ciò che attiene la sfera penale non intendiamo entrare nel merito, saranno il processo e i giudici a scrivere la verità giudiziaria. Dal punto di vista politico-amministrativo il rinvio a giudizio di Scopelliti rappresenta la conclamata conferma delle documentate denunce condotte dal PD, che aveva visto per tempo come Palazzo San Giorgio fosse stato trasformato in luogo simbolo di dilapidazione di denaro pubblico, in una enorme macchina dello spreco, senza regole e con una concezione privatistica del potere che avrebbe inevitabilmente portato la città nel vicolo cieco dell’attuale crisi.
Il PDL e il centro destra invece di risponderne nel merito ed operare scelte in netta discontinuità col passato hanno, invece, da un lato proseguito nell’irresponsabile negazione della crisi dei conti comunali e nell’esaltazione del modello Reggio, oggi esportato in Regione, e, dall’altro, continuato ad insultare ed offendere i rappresentanti del PD che hanno condotto una coraggiosa e trasparente battaglia per la legalità a favore della città, nel vano tentativo di occultare la verità e continuare ad ingannare i cittadini di Reggio.
Nei giorni scorsi il sindaco Arena ed il centro destra, incalzati dall’aut aut della Corte dei Conti, sono stati costretti ad approvare il conto consuntivo 2010, nel quale si certifica, da parte della stessa maggioranza, l’esistenza dell’enorme buco di bilancio e lo sforamento del patto di stabilità.
Il PD nel corso di questi mesi, con un atteggiamento di grande responsabilità, aveva offerto la propria disponibilità al dialogo nell’interesse supremo della città, mentre da parte del sindaco Arena e della sua maggioranza si è preferita la strada negazionista e dei pannicelli caldi, sacrificando gli interessi generali e del futuro di Reggio per difenderne quelli della propria parte.
L’enorme e colpevole ritardo con cui si è pervenuti solo oggi ad un primo parziale accertamento dei conti comunali avrà, purtroppo, effetti pesanti le cui conseguenze saranno fatte pagare ai cittadini di Reggio.
Tutto ciò nel mentre è venuto via via emergendo, acquisendo tratti sempre più inquietanti, il reale quadro del decennio di potere comunale targato Scopelliti-Arena.
La relazione degli Ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze i quali, solo per alcuni anni, hanno accertato un buco di bilancio di 170 milioni di euro; la pesante condanna per associazione mafiosa del direttore generale della società comunale della Multiservizi ed il suo controllo da parte di una delle famiglie della ‘ndrangheta reggina; l’arresto di un consigliere comunale con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa; la Commissione d’accesso al Comune inviata dal Ministero dell’Interno al fine di verificare eventuali condizionamenti o infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta nell’attività dell’Ente.
Un quadro estremamente preoccupante, con la città che ha subito un atteggiamento poco responsabile delle forze del centro destra, impegnate a sminuire la reale portata delle vicende e che oggi dovrebbero quanto meno chiedere scusa a noi ed ai reggini.
E’ interesse di Reggio, trascinata suo malgrado a pagare responsabilità non sue, che venga fatta fino in fondo chiarezza su quanto accaduto in questi anni intorno all’attività del comune.
Il PD continuerà a rivolgere il proprio sguardo alla città, al suo bisogno di verità, alla sua crisi ed alle iniziative utili per farla uscire dal vicolo cieco nel quale è stata cacciata.
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