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In primo luogo desidero ringraziare gli elettori che con il loro voto hanno dato fiducia alla proposta di governo del PD e del centrosinistra ed hanno contribuito ad eleggere Marco Minniti al Senato e Rosy Bindi e Demetrio Battaglia alla Camera dei Deputati. Assieme a loro vorrei rivolgere un ringraziamento ai circoli e ai militanti del PD per il loro grande e disinteressato impegno nella campagna elettorale.
Il voto del 24 e 25 febbraio consegna una situazione delicata per l’Italia cui occorre fornire risposte immediate e responsabili che mettano al primo posto gli interessi generali del Paese.
La proposta di Bersani, basata sul senso di responsabilità, sulla verità e su una seria prospettiva di sviluppo non si è rivelata sufficientemente convincente, stretta in una morsa tra le improbabili promesse di Berlusconi e il messaggio dirompente di Grillo.
Dentro il risultato nazionale, che vede prevalere di poco il centrosinistra sulla destra di Berlusconi e Maroni ed il movimento di Grillo diventare il primo partito, si colloca il dato calabrese e reggino.
Qui quello che colpisce, innanzitutto, è l’alta percentuale di astensione registratasi, che porta la provincia reggina al livello più basso di partecipazione al voto tra le province italiane e che sta ad indicare il preoccupante solco profondo esistente tra cittadini e Stato.
Il secondo elemento che ha caratterizzato l’esito elettorale è il profondo arretramento subito dal centrodestra reggino, ancora più accentuato in città, dove ha visto più che dimezzarsi la propria base elettorale, crollata dal 53 per cento delle elezioni politiche del 2008 ed il 69 per cento delle regionali del 2010 al 29 per cento odierno.
Si tratta di oltre la metà di elettori che ha voltato le spalle ad un centrodestra ritenuto responsabile dei prezzi alti che oggi la città è costretta a pagare a causa del fallimento amministrativo di una classe politica a cui aveva dato il proprio consenso.
Una faglia profonda che Scopelliti e il centrodestra non sono riusciti a contenere, in una città particolarmente colpita dal collasso delle attività economiche, dalla mancata erogazione di servizi essenziali e dalla paura degli effetti sociali della crisi, quali conseguenza dei disastri da loro provocati nei dieci anni di governo cittadino.
Appaiono, pertanto, del tutto fuori luogo i toni trionfalistici dei rappresentanti del centrodestra reggino relativamente al risultato elettorale conseguito.
Da parte loro, le forze del centrosinistra e il PD, pur non essendo riusciti ad espandere i loro consensi, hanno recuperato il divario col centrodestra riequilibrando i rapporti di forza e quasi azzerando la forbice che nelle precedenti elezioni politiche invece li tenevano sotto di oltre venti punti percentuali.
Tuttavia, malgrado il recupero effettuato nei confronti del centrodestra, non si è riusciti ad ottenere un risultato più ampio e soddisfacente di quello ottenuto.
Ciò è dovuto anche al fatto che una parte seppur limitata del potenziale elettorato del PD e del centrosinistra alla fine è stata attratta dal messaggio di Grillo, il quale, da parte sua, ha saputo intercettare e canalizzare una pluralità di ragioni che gli altri, e noi tra questi, non erano stati capaci di cogliere.
Nel voto a Grillo si sono intrecciati rabbia, protesta, sfiducia, ma anche richiesta di innovazione politica, volontà di partecipazione e di cambiamento che occorre saper ascoltare.
Il PD, che porta in Parlamento il 70 per cento di volti nuovi ed il 40 per cento di donne, da qui deve ripartire per rispondere con forza e innovazione alle domande espresse con tale nettezza.
A Reggio, dove il malessere, la rabbia e la protesta derivanti dalle condizioni di sofferenza in cui è costretta a vivere la città hanno dato al Movimento di Grillo un risultato così elevato, le risposte sul futuro non potranno venire certo da coloro i quali sono responsabili dell’attuale situazione di crisi.
Spetta in primo luogo al PD e al centrosinistra lavorare, sin da subito, per sradicare le ragioni della protesta e della rabbia, restituire alla politica autorevolezza e credibilità attraverso la buona politica e preparare una nuova prospettiva per Reggio.
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