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“Condivido la posizione espressa dal presidente della regione Calabria Scopelliti, che ha sottolineato quegli aspetti della politica che andrebbero modificati. Infatti, sono convinto anch’io della necessità di uno “svecchiamento” della classe dirigente, in una ottica più dinamica e vicina alle istanze della cittadinanza, dove il rinnovamento non deve intendersi, in assoluto, per concetto anagrafico”.
Lo afferma Domenico Naccari, delegato ai rapporti con le comunità regionali del sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Parallelamente, – sottolinea – è necessario portare a termine una riforma elettorale che riaffermi la centralità del cittadino nella scelta dei propri rappresentanti così come sancisce la Costituzione. La reintroduzione delle preferenze alle Politiche ritengo sia l’elemento centrale da cui partire per avviare un processo credibile di rinnovamento politico. Soprattutto in questa fase in cui spirano i venti dell’antipolitica, – spiega Naccari – bisogna riconquistare la fiducia delle persone; recuperare cioè il larghissimo divario che esiste tra elettori ed eletti.
Per farlo occorrono persone perbene, proposte concrete e realizzabili, credibilità, trasparenza, lungimiranza politica, maggiore autonomia e meno soggezione. Proprio in questa direzione, ribadisco l’importanza del coinvolgimento della società civile. A Roma, per esempio, insieme al sindaco Alemanno abbiamo dato vita al progetto Rete attiva per Roma: una sorta di laboratorio di idee, progetti e contenuti provenienti direttamente dai comitati, dalle associazioni, da chiunque voglia fornire un contributo positivo al dibattito.
Anche per la mia esperienza, da avvocato, credo sia fondamentale l’apporto che i professionisti, le categorie in generale, possono dare in termini di proposte, fermo restando la predisposizione alla politica intesa come sacrificio e servizio alla collettività. Pertanto, – conclude Domenico Naccari – accolgo favorevolmente il progetto del forum di movimenti e liste civiche proposto da Scopelliti, affinchè effettivamente la società civile venga coinvolta non in modo consultivo, nelle scelte decisionali della politica”.
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