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Dal “Comitato Parco Caserta” riceviamo e pubblichiamo una missiva inviata loro da un concittadino.
“Dopo un periodo di assenza, sono rientrato in città e, passando vicino a Parco Caserta, ho avuto modo di osservare, con mia grande amarezza, che la parte di esso lasciata acquisire ad un privato è stata arredata con giochi per bambini, non di tutta la città, ma figli del neo acquirente.
Mi è venuto in mente, nella circostanza, la celebre frase “è stato peggio di un crimine, è stato un errore”, pronunciata da un ministro o consigliere di Napoleone Bonaparte (forse il ministro degli esteri Talleyrand o il capo della polizia Fouché), il quale dopo aver fatto rapire oltreconfine l’ultimo discendente del ramo Borbone-Condé, il giovane duca di Enghien, lo fece poi fucilare dopo un processo sommario. Per la storia, invero, il rapimento e la fucilazione dell’incolpevole giovane fu insieme un crimine ed un errore.
Orbene, questa combinazione di “crimine” ed “errore” è raffiorata nella mia memoria allorché ho riflettuto sul fatto della vendita ad un privato della porzione del Parco. Che si sia trattato di un crimine (ancorché forse (?) non penalmente rilevante) è lampante. E’ probabile si tratti dell’unico caso nazionale, in cui una pubblica amministrazione deliberi (in modo liberticida ed insensato) di alienare un bene di interesse della collettività a favore ed a vantaggio di un singolo cittadino. La vendita del Parco è una operazione sprovveduta ed erronea e dimostra l’assoluta insipienza da parte dell’attuale amministrazione comunale, a meno che non vi sia dietro qualcosa che, fino ad ora, non è emersa e che tende a far prevalere il privilegio del singolo a scapito degli interessi collettivi.
Questo dubbio sorge legittimamente di fronte all’assoluto silenzio (ormai consolidato del Sindaco e della sua maggioranza), ma anche da parte dell’opposizione e delle associazioni che inalberano l’ambiente ed il verde a loro vessillo. Né un comunicato di protesta, una noticina di deplorazione! Silenzio assoluto, assordante. Eppure Parco Caserta (checché se ne dica) è l’unico spazio cittadino, sito peraltro al centro della città, che può a ragione fregiarsi del titolo di “Parco” avendone tutte le caratteristiche. Impareggiabile centro di aggregazione sociale realizzabile a costo zero, cosa che ne rappresenta forse il vero difetto.
L’attuale amministrazione, in contrasto con le autoreferenziali dichiarazioni contrarie, ha confermato che Reggio “non è una città per bambini”, perché per loro nulla si è fatto; anzi si cerca di distruggere l’esistente. Che cosa ci voleva e ci vuole per arredare con qualche scivolo, altalena giostrina, panchina, lo spazio della zona sud del parco (come realizzato dal privato per i propri figli)? Solo pochi spiccioli. Ma forse, come accennavo prima, è proprio questo il limite. La spesa irrisoria non fa gola ad alcuno! E’ più utile e produttivo fare appalti per centinaia di milioni di Euro.
L’errore più grave è, tuttavia, ritenere, come fa l’attuale amministrazione, che per avere o conservare il consenso siano sufficienti le declamate promesse e assicurazioni e non le concrete realizzazioni, tra le quali resterà indelebile, come marchio di infamia, la vendita di un bene prezioso ed unico come il Parco Caserta.
Mi aspetto, tuttavia, ma questa è un’attesa improntata al più sfrenato ottimismo, che i conniventi ed i rassegnati di oggi si ravvedano e si adoperino affinché il Parco Caserta sia messo in condizioni di espletare le sue naturali funzioni.
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