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Un capriolo femmina ucciso da bracconieri e’ stato rinvenuto dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato, comando stazione di Oppido, appartenenti al Cta del Parco dell’Aspromonte, in localita’ ”Piani di Iunco” nel comune di Scido, ai confini dell’area protetta.
Dopo circa un secolo dalla sua scomparsa, il capriolo italico – spiega un comunicato – e’ ritornato a popolare l’Aspromonte, grazie ad un progetto di reintroduzione avviato dall’Ente Parco nel 2003 e concluso a marzo del 2012, il cui successo si deve anche alla fattiva collaborazione dei cacciatori del territorio. Il capriolo ucciso, identificato grazie alla marca auricolare distintiva dell’animale rilasciato, e’ uno dei 75 fondatori, provenienti dall’ Appennino tosco-emiliano; oggi siamo alla quarta generazione di nuovi nati che, muovendosi liberi nei boschi appartenuti ai loro antenati, disconoscono limiti amministrativi e di area protetta, divenendo prede del lupo ma non dell’uomo, secondo i principi della natura.
Il triste episodio non appartiene ad una societa’ che vuole ritrovare l’identita’ di un patrimonio perduto e in questo senso la condanna e’ unanime ed e’ stata espressa da tutte le associazioni venatorie, dai due Ambiti Territoriali di Caccia della provincia di Reggio Calabria, ATC RC 1 e 2, da tutto il mondo associazionistico e ambientalistico e da tutti coloro che vivono giornalmente l’Aspromonte.
Il Presidente Bombino, il Direttore Tedesco e la Comunita’ del Parco, rappresentata dal Presidente Zampogna, Sindaco del Comune di Scido, interessato dall’episodio, denunciano la gravita’ del gesto, attivandosi a tutti i livelli istituzionali, affinche’ non si ripetano simili eventi.
(ASCA)
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