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Papa Francesco, a conclusione del Summit dei Sindaci Europei del 9 e 10 dicembre scorso, scrive anche al “caro fratello Sindaco” di Sant’Alessio in Aspromonte, Stefano Ioli Calabrò, per ringraziarlo “per la partecipazione al vertice organizzato nella mia casa dalla Pontificia Accademia delle Scienze, in risposta alla mia iniziativa.
Ho seguito da vicino lo sviluppo di entrambi i giorni e sono consapevole del suo notevole successo. Ho voluto rispettare la libertà di tutti e di ciascuno. Apprezzo il suggerimento di creare una rete di sindaci. Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze. Le esprimo, perciò la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati. Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”.
Nel suo discorso di saluto in Vaticano, il sindaco Calabrò ha affrontato, insieme ai sindaci europei convocati presso la Pontificia Accademia delle Scienze, un tema molto caro a Papa Francesco: l’accoglienza dei fratelli migranti. “Tema a noi molto caro ma che è stato fin troppo ignorato” , ha così esordito il sindaco Calabrò nel presentare i risultati dei progetti di Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) in essere nel piccolo Comune pre-aspromontano.
“Assai spesso si parla di immigrazione – ha proseguito il sindaco Calabrò – e di crisi di rifugiati in termini puramente quantitativi e si dimentica dell’umanità e della sofferenza che si nascondono negli occhi di chi scappa da calamità naturali, da persecuzioni e da guerre e bussa alla nostra porta chiedendo aiuto”. Sottolineando come “la piccola comunità di Sant’Alessio in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, con soli 400 abitanti, ha deciso ormai da tempo di non alzare barricate e di non chiudere le sue porte, ma ha voluto aprirle a chi è in cerca di aiuto, promuovendo l’accoglienza attraverso i progetti SPRAR”.
Il Comune di Sant’Alessio, ben coadiuvato da un gruppo di giovani professionisti, ormai da 4 anni, accoglie titolari di protezione internazionale, avvalendosi soprattutto dell’esperienza nel campo della medicina migrante per meglio accogliere quei migranti con vulnerabilità “poiché laddove esiste la difficoltà riconosciamo anche una opportunità, sull’esempio di san Francesco che ci invita a portare, dove c’è disperazione, la speranza”.
Il sindaco Calabrò, nel proseguire ad illustrare i risultati dell’accoglienza, ha convintamente attestato al Santo Padre che è da considerare “il fenomeno migratorio, non più e non solo, in termini di problematica urgente da risolvere ma come risorsa da valorizzare per il territorio che accoglie nell’ottica dello scambio dei doni e delle capacità personali, relazionali, economiche, culturali e spirituali che ogni uomo e donna possiede in quanto appartenente alla grande famiglia umana. Dal 2013 sono stati accolti 50 migranti, e ognuno di loro, nel ripartire, ha lasciato alla nostra comunità un arricchimento umano, culturale e spirituale che si è esplicitato in termini di internazionalizzazione, apertura e cultura, affiancato anche da un incremento economico e materiale, naturale conseguenza della loro presenza sul territorio”.
L’analisi del declino demografico del piccolo Comune pre-aspromontano, dello spopolamento delle aree interne verso la costa e l’insediamento di alcune famiglie extracomunitarie sul territorio comunale ha “reso possibile conciliare ma soprattutto governare il fenomeno della migrazione mettendo in campo innanzitutto un’accoglienza umanitaria, solidale e dignitosa, come uno degli strumenti di contrasto allo spopolamento”.
Il censimento delle case non abitate, la creazione di una banca dati, la collaborazione con la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, l’utilizzo dei fondi europei hanno permesso il recupero di vecchi immobili abbandonati di importanza storica e architettonica, utilizzabili per l’ospitalità diffusa ma anche la ristrutturazione di un antico frantoio ed un antico palmento oltre a botteghe artigiane finalizzati al recupero di antichi mestieri.
Ed ancora il sindaco Calabrò ha descritto i servizi offerti e garantiti dai progetti di accoglienza Sprar di Sant’Alessio “mediazione linguistica e culturale, accoglienza materiale attraverso l’erogazione di pocket money per il vitto ed abbigliamento, assistenza ed orientamento sanitario, assistenza ed orientamento legale, insegnamento della lingua italiana grazie ad un insegnante di italiano presente nell’equipe, orientamento lavorativo ed attivazione di tirocini formativi riconosciuti e spendibili in tutta Italia. Sono state attivate delle convenzioni con l’Ufficio Provinciale del Lavoro di Reggio Calabria e le aziende del territorio comunale e della città di Reggio Calabria, come le attività socio culturali, laboratori di musicoterapia partecipazione attiva alle sagre, falle feste e nella vita della comunità, attività sportive con il Coni e le associazioni sportive CSI ed ASI”.
Con orgoglio il sindaco di San’Alessio ha voluto ricordare anche come l’Italia sia “un paese ospitale ed i meridionali, in modo particolare il popolo calabrese, hanno una grande vocazione e tradizione in tema di ospitalità. Tutte queste attività, da noi messe in campo, hanno avuto e generato un effetto domino sul territorio contagiando con il nostro operato, quali portatori sani di azioni umanitarie e solidali, altri 5 comuni limitrofi i quali a loro volta hanno attivato progetti di accoglienza Sprar”.
E con altrettanto commosso orgoglio ha indicato il piccolo Comune pre-aspromontano come punto di riferimento e di riconoscimenti per i progetti di accoglienza “dalle tv locali a quelli nazionali la Rai, Tv2000 il Tg3 nazionale, Radio Popolare Milano a Radio3 Rai. Quotidiani nazionali come Avvenire, il Corriere, Linkiesta e la rivista internazionale Nigrizia ci hanno dedicato un’attenzione speciale, così come due ONG, una spagnola “Ecos do sur” e un’altra portoghese “Make it better” hanno raggiunto Sant’Alessio per conoscere e studiare questo progetto di accoglienza Sprar”.
E proprio a Sant’Alessio, grazie alla collaborazione con le due ONG e l’associazione Pronexus di Reggio Calabria, è stata testata un’App interculturale denominata “choose your way”: un output di progetto finalizzato a garantire informazioni e servizi ai migranti.
Dopo l’intervento il cancelliere dell’accademia pontificia delle scienze S.E: Sanchez Sorondo ha voluto “ ringraziare il sindaco per questa missione così importante e come esempio straordinario che ci fa pensare”.
A conclusione del summit i sindaci hanno firmato un documento sottoscritto dal Santo Padre con il quale “ ci impegniamo a favorire nelle nostre città negli insediamenti urbani l’emancipazione dei poveri e di coloro che versano in condizioni di vulnerabilità, riducendo nell’esposizione eventi estremi e catastrofi, derivanti da profonde alterazioni di natura ambientale economica o sociale che creano terreno fertile per la tratta di essere umani e le migrazioni forzate. Altresì si impegnano a porre fine agli abusi, allo sfruttamento, la tratta delle persone e ogni forma di schiavitù moderna e ai crimini contro l’umanità”.
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