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Assolto A.C., di 35 anni, dall’accusa di maltrattamenti in famiglia.
Questo il verdetto reso dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Palmi, quale esito del giudizio abbreviato a cui l’imputato aveva scelto di sottoporsi successivamente il suo arresto occorso il 13 aprile 2015.
I fatti traevano origine da due denunce sporte dall’ex coniuge legalmente separata, conseguenti alcuni episodi nei quali la coppia aveva vissuto un momento critico derivante dal perfezionando delle pratiche legali di separazione.
Inizialmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari, l’imputato aveva deciso di trascorrere la fase cautelare chiedendo – quale unica autorizzazione, immediatamente concessa – la possibilità di proseguire nella sua attività lavorativa per continuare a versare regolarmente le somme dovute all’ex moglie ed ai due figli minori a titolo di mantenimento, in attesa del giudizio.
In sede di discussione i Legali dell’imputato, Avv.ti Davide Vigna e Carlo Bonaro, ponevano l’accento sull’estemporaneità dei due episodi valorizzati nel capo d’imputazione al fine di ritenere sussistente il reato di maltrattamenti; quest’ultimo, in particolare, si caratterizza per la volontà da parte del soggetto agente di una sistematica e totale sopraffazione della vittima.
Secondo i Difensori non ogni episodio conflittuale, a maggior ragione se inquadrabile in una fase di crisi della coppia (che nella maggior parte dei casi è a carattere momentaneo) può ritenersi sintomatico della manifestazione di tale specifico reato.
In accoglimento delle tesi difensive il GUP Palmese, ad esito della camera di consiglio del 13 luglio, pronunziava sentenza assolutoria con la formula “perché il fatto non costituisce reato” contestualmente dichiarando cessata la misura cautelare.
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